UFFICIO DI PRESIDENZA NAZIONALE

PREMESSA

Il Congresso di fondazione di Trevi, comunque se ne valutino i risultati sul piano politico, progettuale e di immagine, rappresenta senza dubbio un punto di non ritorno nella ormai consolidata storia dell'associazionismo professionale.
Il cambio di denominazione associativa, la profonda e significativa riforma dello Statuto e la discussione che ha originato e prodotto il cambiamento – discussione ricca di spunti e talvolta caratterizzata dai toni accesi che, tuttavia, non hanno mai trasceso le regole di correttezza e di confronto civile – costituiscono il patrimonio che siamo chiamati a gestire e valorizzare.
Il percorso intrapreso ha comportato un impegno in termini economico-finanziari, di risorse umane e di risorsa/tempo di portata tale da imporre a tutto il gruppo dirigente associativo l'onere di portare avanti, con coerenza, quanto deciso in sede congressuale.
Da una parte le valutazioni di chi considera il percorso fin qui disegnato come il più coerente con le risorse e le capacità attualmente a disposizione e dall'altra le valutazioni di chi, al contrario, ritiene tale percorso ancora insufficiente, devono costituire – insieme – un punto di forza del nuovo gruppo dirigente e proiettarne l'azione verso un futuro che non può che delinearsi in senso originale.
In tal senso l'obiettivo primario deve essere quello di favorire ed incoraggiare il reperimento di idee e risorse in grado di facilitare il processo di consenso attorno al progetto associativo.
Tuttavia la fase preliminare a qualunque tipo di progettualità, fosse anche completamente alternativa a quella che viene oggi presentata, richiede, da parte di ciascuno dei componenti di questo Organismo, l'impegno a rispettare e far rispettare le regole che ci tengono insieme perché questa è la sola garanzia che ci è data di proseguire verso obiettivi comunemente definiti.
Questo è il "patto" che ci ha consentito, fino ad oggi, di andare avanti, di crescere, di diventare un'Associazione importante. Riteniamo che, nell'occasione dell'insediamento del nuovo organismo di una nuova associazione, sia opportuno ribadire e sottoscrivere ancora una volta questi principi sia come richiamo ideale alla storia del nostro recente passato che come garanzia nei confronti di situazioni che, se non neutralizzate, possono diventare pericolose e fuorvianti.
Tutto ciò comporta, in termini concreti, la capacità di favorire la discussione, il confronto e anche il dissenso nella fase propedeutica all'elaborazione delle idee, delle proposte e delle posizioni.
Ma questo vuol dire anche, immediatamente dopo, il rispetto e la difesa da parte di tuti, indistintamente, dei ruoli e delle responsabilità associative che devono potersi esprimere all'esterno, con toni e modalità coerenti con l'immagine che la nostra associazione ha sempre saputo offrire.
Per poter consentire un'opera di reclutamento ed adesione di risorse primarie -gli iscritti- di risorse dirigenziali –i responsabili futuri di provincie, regioni, nazionale- bisognerà necessariamente fare leva, oltre che sulla indispensabile premessa di una condivisione ideale, anche sulle possibilità reali –in termini di servizi e di opportunità- che l'Associazione può offrire ai Professionisti che rappresenta.
In relazione a queste necessità il presente documento si propone di sollecitare una condivisione della vision associativa e di individuare le linee strategiche su cui operare nei prossimi anni con particolare riferimento a quanto indicato nello Statuto approvato a Trevi.

PROMUOVERE GLI ATTI ASSOCIATIVI NECESSARI PER SVILUPPARE UNA STRUTTURA FEDERATIVA

La riforma statutaria affida ai diversi livelli compiti distinti ma sinergici.
Le funzioni del livello nazionale sono chiaramente descritte nell'art.2 dello Statuto e fanno riferimento agli "scopi". Ne discende che, in linea di principio, tutto ciò che non è esplicitato in quella sede compete al livello periferico.
Il diritto/dovere di presiedere al governo delle funzioni professionali deve potersi esprimere mutuando il cosiddetto principio di sussidiarietà.
La normativa e le leggi che definiscono ruoli e competenze del fisioterapista ne fanno un professionista al quale è riconosciuto un elevato grado di autonomia e responsabilità.
Tale autonomia e responsabilità non può, quindi, che essere esercitata a pieno ed in maniera individuale da ciascun professionista. Solo quando tale esercizio, gli è impedito da fattori soggettivi ed oggettivi, deve intervenire a supporto il livello associativo e quindi, se necessario, il livello pubblico/istituzionale.
La stessa autonomia e la stessa responsabilità assoggettano, nella tutela delle prerogative professionali, l'organizzazione associativa che deve essere in grado di esercitarle per supportare e rafforzare il ruolo dei professionisti che rappresenta.
Tale responsabilità ed autonomia fanno capo innanzitutto al livello provinciale e poi, in logica sequenza, al livello regionale e nazionale.
Piano delle azioni

Lo sviluppo della rete provinciale deve avvenire attraverso il decentramento delle funzioni attualmente esercitate dal livello nazionale e regionale.
Il reclutamento, così come previsto dallo Statuto, avviene su base locale e secondo modalità ed indirizzi che in quella sede vengono definiti sulla base delle priorità determinate. La gestione delle questioni locali avviene in maniera autonoma sia per ciò che concerne l'organizzazione associativa che per ciò che concerne le politiche locali.
In funzione dell'obiettivo fissato si propone di attivare un Osservatorio interno alla Direzione Nazionale che monitorizzi l'attuazione di quanto previsto in sede statutataria.
Risorse

Una più equa distribuzione della quota associativa tra nazionale e regioni ed il finanziamento da parte di queste della rete provinciale, insieme alla possibilità da parte delle singole regioni di un aumento della quota stessa, costituiscono le risorse più direttamente reperibili per agevolare il funzionamento delle realtà periferiche.

ETICA E DEONTOLOGIA

L'Associazione si è già da tempo dotata di un codice deontologico che appare adeguato a garantire il rispetto del cittadino e la dignità della Professione. Si pone il problema di quali strumenti sarebbe indispensabile avere a disposizione per attuare il controllo sul rispetto delle norme da parte dei singoli professionisti.
Tale aspetto è peraltro mitigato e messo in secondo piano nella misura in cui appare prioritario contrastare l'esercizio abusivo che appare un fenomeno dilagante nei confronti del quale vanno intensificate iniziative coordinate in grado di porre un argine significativo.
Piano delle azioni

L'informazione ai cittadini, la sensibilizzazione delle autorità politiche e la denuncia puntuale presso le autorità competenti appaiono le armi attualmente a disposizione per frenare l'abusivismo. Per quanto concerne l'opera di controllo sul rispetto delle norme etiche e deontologiche da parte dei professionisti, in assenza di precise norme giuridiche, l'Associazione non può che limitarsi ad un forte richiamo ideale, non avendo la possibilità di mettere in atto legittime azioni di diversa natura. L'istituzione dell'Ordine e dell'Albo Professionale rimane pertanto l'obiettivo primario.

RUOLO E COMPETENZE DEL FISIOTERAPISTA

Il D.M. 741/94, la legge 42/99 e la legge 251/00 definiscono con chiarezza il ruolo e le competenze del fisioterapista.
Tuttavia l'esperienza, seppure non oggettivata, di questi anni ci induce ad una riflessione non particolarmente positiva sullo sviluppo e sul rafforzamento di tale visione da parte dei singoli professionisti soprattutto quando questi svolgono il proprio operato in regime di dipendenza.
Va anche detto che è oramai indispensabile esplicitare con chiarezza le competenze professionali definendo gli aspetti epistemologici e i presupposti scientifico-disciplinari che sono alla base dell'agire professionale.
Tale approfondimento si rende necessario sia in funzione della formazione universitaria che in relazione allo sviluppo di percorsi di formazione continua che siano effettivamente qualificati e qualificanti.
Piano delle azioni

La valorizzazione del profilo professionale dovrebbe svilupparsi attraverso una insistente campagna di informazione e formazione tesi ad enfatizzare le responsabilità, anche di tipo penale, che fanno capo al singolo professionista nell'esercizio della professione.
Per ciò che concerne lo sviluppo del core competence è attivo, come noto, un gruppo di studio interno che sta completando il proprio lavoro e quanto prima ne metterà a disposizione il prodotto per le necessarie valutazioni e condivisioni prima della diffusione all'esterno.
Risorse

Nell'ambito delle voci di spesa del bilancio nazionale, in relazione al progetto sulla comunicazione, dovranno essere individuate forme e modalità di promozione delle idee-guida.
Il finanziamento del gruppo di lavoro sul core competence dovrebbe essere supportato dalla collaborazione di uno sponsor editoriale.

STANDARD E LINEE GUIDA PER L'ESERCIZIO PROFESSIONALE

In riabilitazione, così come nella generalità del settore sanitario, un corretto e scrupoloso intervento professionale non può non tendere ad una pratica clinica basata sul principio di efficacia e sulla misurabilità dell'outcome.
Questo non vuol dire sostituire l'esperienza e l'osservazione con un' acritica valutazione quantistica e numerica ma deve significare l'integrazione dei due elementi per elevare la qualità ed livello della prestazione resa.
La presentazione della ICF da parte della OMS offre, peraltro, l'occasione di una nuova modalità di approccio alla valutazione delle abilità della persona. Si tratta di uno strumento di importanza strategica anche per la visibilità ed il ruolo di primo piano che può offrire agli utilizzatori.
Piano delle azioni

I GIS sono chiamati a produrre indicazioni e standard professionali e a contirbuire, per lo specifico professionale, all'elaborazione di linee guida, alla partecipazione a consensus conference, a peer review e, più in generale, ad iniziative a carattere scientifico ed interdisciplinare in cui la nostra presenza prima che richiesta è, soprattutto, dovuta.
Nel piano delle azioni è da prevedere l' intensificazione della collaborazione con l'OMS per la diffusione della ICF proseguendo un rapporto già iniziato a Trieste e consolidato nel corso del Congresso di Trevi.
Risorse

Il finanziamento di tali iniziative deve trovare giustificazione nelle voci del bilancio associativo e nelle attività della società scientifica.

SVILUPPARE LA FORMAZIONE E MIGLIORARE LE CONOSCENZE

a) La formazione in ambito universitario sta progressivamente allineandosi sul percorso previsto delle Lauree di I livello. Per ciò che attiene le Lauree Specialistiche la situazione, ad oggi, è sostanzialmente ferma per tutte le professioni a causa di un preciso input proveniente dal Ministero dell'Università.
Piano delle azioni

Gli organismi interni adibiti al settore della formazione dovranno occuparsi, nel breve periodo, della proposizione di linee guida per l'attivazione dei master di primo livello con i relativi percorsi ordinamentali in tutti i settori di pertinenza riabilitativa anche per evitare l'occupazione di spazi professionali da parte di soggetti abusivi.
Anche in questo senso il ruolo dei GIS appare fondamentale nella formulazione di proposte per l'attivazione di master nei settori di pertinenza.
Quanto all'attivazione della Laurea Specialistica crediamo opportuno presidiare con attenzione la situazione perché si possa partire quanto prima anche tentando di caratterizzare il percorso in senso professionale, laddove le condizioni lo consentano.
L'azione di monitoraggio dell'intero sistema dovrebbe essere svolta con efficacia dall'Osservatorio Nazionale delle Professioni Sanitarie del MIUR che è in procinto di insediarsi e nel quale la Professione è rappresentata dal Presidente nazionale dell'Associazione.

b) La formazione continua è, in questo momento, oggetto di grande attenzione da parte di tutti gli attori in campo: professionisti, organizzatori di eventi, Ministero della salute. L'associazione ha sempre svolto un ruolo di primo piano offrendo proposte qualificate nel campo della formazione permanente. Attualmente il pericolo è costituito dalla partenza di una corsa indiscriminata verso una formazione sostanzialmente dequalificata e priva di qualunque riferimento di qualità.
Nella definizione delle proposte formative deve assumere un ruolo di primo piano la produzione scientifica letteraria che è attualmente scarsa, di difficile reperimento e talvolta di non elevata qualità.
Piano delle azioni

L'Associazione deve poter proporre la propria programmazione formativa garantendo standard qualitativi sempre più elevati. Allo stesso tempo deve operare nei confronti dell'organismo preposto (commissione nazionale ECM) perché il sistema delle valutazioni che appare sempre più inappropriato ed incoerente, non provochi danni gravi alla formazione dei professionisti. Anche sotto questo aspetto diviene rilevante la presenza di un nostro qualificato rappresentante nella Commissione Nazionale ECM.
Nella formulazione delle proposte formative i GIS devono avere un ruolo preminente nei settori specifici ed utilizzare le competenze per proporre percorsi formativi anche a soggetti esterni (enti, associazioni, fondazioni) anche in funzione di un autofinanziamento.
In questa programmazione il ruolo della Società Scientifica diventa di primaria importanza nel coordinare e promuovere le iniziative di formazione e la proposta culturale complessiva dell'Associazione.
Appare indispensabile supportare la fase di programmazione delle attività della Società Scientifica con la costituzione di un comitato tecnico-scientifico composto dai responsabili dei GIS e dai responsabili della formazione.
Nella diffusione delle conoscenze e degli strumenti scientifici di operatività deve svolgere una funzione primaria la produzione letteraria. A tale scopo è stata concepita, a suo tempo, l'operazione che ha portato alla nascita della rivista "Scienza Riabilitativa" della quale va implementata l'azione di sviluppo.

INFORMARE SUI TEMI PROFESSIONALI E SULLA RIABILITAZIONE

La comunicazione e l'informazione concorrono a determinare in maniera qualificante l'immagine associativa.
La rivista ha raggiunto uno standard qualitativo elevato da un punto di vista giornalistico, pubblicitario e di immagine. Riteniamo tuttavia che essa, in particolare per la tempistica, non risponda alle necessità di informazione richiesta e dovuta agli associati ed alla capacità di penetrazione nei settori della riabilitazione in cui altri soggetti, meno qualificati di noi, riescono ad arrivare. Dimostrazione ne sia la scelta, sempre più frequente da parte di esponenti associativi anche di primo piano, di utilizzare altri canali informativi per giungere ad un pubblico di lettori che noi non riusciamo a raggiungere.
Il sito internet rappresenta l'altro strumento della comunicazione attualmente a disposizione dell'Associazione cu cui puntare per facilitare il passaggio delle informazioni.
Piano delle azioni

L'obiettivo deve essere quello di elevare tiratura e frequenza di pubblicazione della rivista informativa salvaguardando le compatibilità economiche.
Il cambio di denominazione dell'Associazione impone l'abbandono della testata "Quaderni AITR". Si propone di procedere, presso le sedi competenti, alla registrazione di una nuova testata denominata "FISIOTERAPISTI"
Il sito internet deve diventare sede di discussione tra i fisioterapisti utilizzatori della rete e strumento di diffusione dell'informazione. In questa direzione verranno esplorate ed implementate tutte le possibili innovazioni.
Risorse

Attualmente una parte importante del bilancio associativo viene dedicata a questa voce di spesa. Sarà importante verificare la possibilità di perseguire, almeno a parità di costi, l'obiettivo delineato nel piano delle azioni.
I costi di gestione del sito internet sono neutralizzati dall'introito pubblicitario.

INTERVENIRE E PARTECIPARE ALLA QUALIFICAZIONE DELLE POLITICHE DI SETTORE

Le politiche pubbliche sanitarie vanno connotandosi sempre più frequentemente come politiche locali. E' pertanto logico attendersi che le articolazioni associative territoriali si organizzino per intervenire presso gli enti regionali e comunali per poter esprimere il proprio orientamento sui piani sanitari regionali e sulle strategie di politica sanitaria locali.
Il documento di riferimento per l'organizzazione associativa nazionale rimane il Piano Sanitario Nazionale emanato dal Ministero della Salute.
Piano delle azioni

Partecipazione all'implementazione degli strumenti di attuazione del PSN con particolare riferimento alle linee guida ministeriali sulla riabilitazione.

COLLABORARE CON LE ASSOCIAZIONI DEGLI UTENTI

La collaborazione e le relazioni con il mondo del volontariato e dell'associazionismo degli utenti ha sempre caratterizzato l'azione associativa. Si tratta di una funzione tutt'affatto residuale ma da considerarsi, l contrario di assoluto rilievo e di rilevanza strategica per la definizione della politica associativa e per l'affermazione della Professione.
L'individuazione degli standard qualitativi e quantitativi e la definizione dei percorsi assistenziali devono essere realizzati anche attraverso la creazione di una rete stabile di relazioni con i soggetti interessati.
Piano delle azioni

Il MANIFESTO PER LA RIABILITAZIONE, alla cui stesura la nostra Associazione ha fattivamente collaborato, rappresenta un elemento, certamente non l'unico, di forte qualificazione dell'intervento riabilitativo e dei piani per l'assistenza alla persona.
L'adesione al FORUM diventa lo strumento di garanzia per il rispetto, da parte di tutti i soggetti, di quanto si sono impegnati a perseguire sottoscrivendo l'adesione al documento comune.
Su questo terreno si intende perseguire l'azione nei prossimi anni reperendo, di volta in volta, sui diversi aspetti programmatici, i contributi delle persone maggiormante qualificate.

Ufficio di Presidenza AIFI

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