Linee Guida Buone Pratiche

Linee Guida e Buone Pratiche in Fisioterapia

PARKINSON

La malattia di Parkinson è una patologia degenerativa del sistema nervoso centrale che colpisce in Italia circa 230.000 persone, delle quali circa il 5% con un’età inferiore ai 50 anni. Si prevede che la prevalenza di tale patologia raddoppierà nel corso dei prossimi venti anni a causa soprattutto del crescente invecchiamento della popolazione generale. Questa linea guida vuole quindi costituire uno strumento utile a fornire chiarezza e sup- porto a tutti gli operatori sanitari coinvolti nella gestione del paziente affetto da malattia di Parkinson e a informare i pazienti e i loro familiari sulle raccomandazioni formulate nella diagnosi e trattamento della malattia.
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ESERCIZIO FISICO

L’esercizio fisico è un intervento sanitario efficace nel trattamento di numerose patologie croniche e, in termini di riduzione della mortalità, determina benefici simili a quelli ottenuti con interventi farmacologici nella prevenzione secondaria di patologie coronariche, nella riabilitazione post-ictus, nello scompenso cardiaco e nella prevenzione del diabete. Anche in patologie meno severe, come il mal di schiena e l’artrosi, i benefici dell’esercizio fisico sui sintomi e sulla qualità di vita sono molto rilevanti. A dispetto di tali evidenze, nelle malattie croniche l’esercizio fisico è ampiamente sotto-utilizzato rispetto a interventi farmacologici o chirurgici 6,7,8 , per diverse ragioni: mancata consapevolezza da parte di medici e pazienti sull’efficacia di questi interventi, scarsa conoscenza di cosa effettivamente sia un efficace trattamento basato sull’esercizio, mancanza di una adeguata formazione teorico-pratica 8,9 dei medici, descrizione inadeguata dei trattamenti basati sull’esercizio negli studi clinici e nelle revisioni pubblicate.
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SPREAD - ICTUS CEREBRALE

L’ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale, e la prima causa di disabilità negli anziani. Nel 35% dei pazienti colpiti da ictus, globalmente considerati, residua una disabilità grave. L’ictus cerebrale si colloca tra le prime tre cause di morte nei paesi industrializzati e costituisce la principale causa di morte cardiovascolare in quasi tutti i paesi, compresa l’Italia. La mortalità risulta più alta per le emorragie subaracnoidee ed intraparenchimali rispetto agli ictus ischemici.
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ARTRITE REUMATOIDE

L’artrite reumatoide (AR) è una patologia autoimmune cronica disabilitante, caratterizzata da sinovite delle piccole e grandi articolazioni che si manifesta con tumefazione, rigidità, dolore e progressiva distruzione articolare. L’1% della popolazione britannica ne è affetta e nel 15% dei casi si manifesta in forma severa. La malattia colpisce soprattutto il genere femminile (rapporto donne:uomini circa 3:1) e si sviluppa tra i 40 e i 60 anni, anche se può esordire a qualsiasi età. I segni precoci dell’artrite reumatoide vengono spesso riscontrati nell’ambito delle cure primarie, dove i pazienti si rivolgono per dolore e tumefazione articolare. Il rapido ed appropriato invio ai servizi reumatologici è importante sia per ottenere una precoce remissione della malattia, sia al fine di prevenire o ridurre la disabilità.
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SLA (COMUNICAZIONE, ACCOGLIENZA, RISPETTO, EMPATIA)

Il manuale, divulgato e correttamente applicato, potrebbe diventare uno stimolo per rispondere ai bisogni formativi di tutti i professionisti, ma soprattutto portare una maggiore consapevolezza che la comunicazione dalla diagnosi alla progressione della malattia fino alla fine terminale del lutto sia il centro del prendersi cura della persona. Quindi questo è un percorso che non termina, ma inizia oggi e AIFI conferma la sua disponibilità affinché venga ampiamente diffuso.
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DEMENZA

Il termine demenza descrive una serie di sintomi cognitivi, comportamentali e psicologici che possono includere perdita di memoria, difficoltà di ragionamento e di comunicazione e cambiamenti della personalità che compromettono la capacità di svolgere le attività quotidiane. Nel 2013 un rapporto della Alzheimer’s Society ha rilevato che nel Regno Unito erano circa 815.000 le persone affette da demenza (prevalenza 1/14 abitanti di età >65 anni), un numero destinato ad aumentare sino a 1.143.000 entro il 2025. Nel novembre 2017 erano 456.739 i pazienti con una diagnosi certa di demenza nei registri di medicina generale, rispetto ai 290.000 del periodo 2009-2010, la differenza in gran parte imputabile ad un aumento del numero di diagnosi. Nonostante questo miglioramento nella diagnosi della demenza, si stima che circa 1 caso su non venga riconosciuto correttamente; inoltre, circa la metà delle persone affette da demenza non riceve un adeguato supporto dopo la diagnosi
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ATASIE PEDIATRICHE

E’ stato pubblicato all’interno del Sistema Nazionale Linee Guida-SNLG del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, il documento Diagnosi e trattamento delle atassie pediatriche, disturbo neurologico che causa un deficit del coordinamento delle attività motorie, impedendo la fluidità dei movimenti e manifestando un’evidente instabilità del tronco. Frutto di più anni di lavoro la Linea Guida (LG) nasce “da un progetto di rete finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito dei progetti di ricerca finalizzata, allo scopo di migliorare la gestione globale delle Atassie pediatriche (AP)”. Del gruppo di esperti che ha steso il documento (152 pagine) facevano parte anche alcuni fisioterapisti: Laura Beccani (Arcispedale S.M. Nuova IRCCS, Reggio Emilia), Daniela Pandarese (Arcispedale S.M. Nuova IRCCS, Reggio Emilia) e Maurizio Petrarca (Ospedale Bambino Gesù IRCCS, Roma). Una partecipazione fortemente sostenuta dall’Associazione Italiana di Fisioterapia AIFI, nel suo ruolo di associazione scientifica di riferimento della fisioterapia italiana.
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FRATTURE DEL FEMORE PROSSIMALE NELL’ANZIANO

Le FFP nell’anziano rappresentano un evento grave, con un impatto significativo sulla qualità di vita del paziente e ricadute considerevoli in termini di salute pubblica. La tematica appare quanto mai importante se si considerano l’epidemiologia dell’evento e l’andamento di alcuni parametri demografici registrato da qualche decennio in Italia ancor più che in altri paesi industrializzati. Le FFP nell’anziano sono il risultato di una caduta accidentale o di traumi a bassa energia e sono spesso associate a osteoporosi/ridotta massa ossea [3,4] e ad altre condizioni mediche generali, come insufficienza funzionale degli arti inferiori, morbo di Parkinson e deficit visivo [5-9], che possono aumentare il rischio di cadute.
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