Recenti pubblicazioni hanno definito le red flags come indicatori
di potenziali condizioni gravi, spesso extra-professionali, come patologie infiammatorie o neurologiche, disordini muscoloscheletrici strutturali importanti, problemi cardiovascolari, sospette infezioni, tumori o malattie sistemiche. Esse possono mimare il sintomo muscoloscheletrico, inducendo il/la paziente a rivolgersi al/la fisioterapista.
Il concetto di red flag è cruciale in fisioterapia anche rispetto
alla crescente centralità del paziente nel “sistema salute”: sul/la fisioterapista che prende in carico direttamente il paziente ricadono diverse responsabilità professionali, già presenti nel panorama giuridico italiano e ampliate da ultime e fondamentali leggi.
Il processo di screening fisioterapico ha lo scopo primario di non nuocere al/la paziente e di assicurare al/la fisioterapista che il/la paziente rientri nel perimetro della propria competenza professionale. Il/La fisioterapista deve avere un bagaglio di conoscenze tale da permettergli di distinguere i pazienti che possono affidarsi alle sue cure e quelli che invece hanno bisogno di un consulto medico specialistico, favorendo la comunicazione e la collaborazione tra le figure dell’équipe medico-sanitaria.
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