Le disinvolte considerazioni di Adriano Sofri sui fisioterapisti. Ovvero "il pulpito da cui giunge la predica"

Ci sono personaggi nel nostro Paese, ed Adriano Sofri è fra questi, che ritengono di possedere il metro delle cose e, quindi, dall'alto di questo stato di grazia, di poter giudicare, senza rispetto per gli altri, l'universalità dei cittadini.
Il loro linguaggio, immancabilmente costituito da verità assolute, anzi da verità rivelate, ha toni millenaristici, sia che affrontino questioni di alta politica, sia che trattino fatti di ordinaria amministrazione.
Al cospetto dei comuni mortali, sempre afflitti dal dubbio (il beneficio del dubbio che soccorre, come saggiamente diceva Giovanni Spadolini, ogni vero laico) ritengono d'essere un punto fermo, un fatale centro d'attrazione e di divulgazione del verbo. Soprattutto, poi, se, occorrendo, hanno il privilegio di godere di una tribuna da cui periodicamente esternare.
Nella fattispecie, questo ideale stato di sublimazione pontificale e visionaria, per Sofri, lo si è avuto allorché, attraverso "Il Foglio", gli sono stati offerti una comoda cattedra ed un minareto da cui sporgersi.
Oggi, però, riteniamo abbia veramente passato il segno e la misura. E questo, non solo e non tanto perché, nella rubrica "Piccola Posta", annovera i Fisioterapisti (ma guarda un po' da quale pulpito viene la predica!) fra le folle di coloro che, con tipico atteggiamento da "popolo bue", senza un minimo di coerenza (forse, a parere del "nostro", per bassa convenienza) sono pronti, alternativamente, a battere le mani, "un giorno ai grandi moralizzatori, il giorno dopo ai grandi immoralisti", non solo e non tanto perché, per altri operatori, pure malevolmente citati, introduce poi la riserva del "certo mica tutti", mentre per la supposta incoerenza della categoria dei Fisioterapisti non fa mostra di ripensamenti, ma soprattutto perché la citazione è del tutto gratuita ed immotivata.
A meno che non ce ne dia documentalmente conto, non c'è, infatti, alcunché alla base del suo apodittico giudizio sui Fisioterapisti: una ragione, una causa, un fatto, una circostanza che rendano giustizia di questa inappellabile "bollatura".
E questo assai ci offende. Ci offende perché, non distinguendo il grano dall'oglio, massifica e generalizza il giudizio, perché, nella sua sussiegosa ignoranza, abituato a parlare di tutto e di tutti, mostra di non sapere che i Fisioterapisti (fatta eccezione per qualche "pecora nera" che esiste in tutte le famiglie), cioè quelli che hanno titoli e prerogative per esercitare la loro professione, non solo sono ben dotati di "libero arbitrio", ma rappresentano pure valori sociali e morali assai elevati, cercando di tutelare al massimo i diritti dell'utenza, specie di quella disabile che, in quanto tale, più abbisogna di attenzioni e di cure, e conducendo, da anni, in solitario, una dura battaglia per sensibilizzare la società alle problematiche della riabilitazione e per contrastare il fenomeno dell'abusivismo, costituito dalla più pericolosa e sciatta sciamaneria.
Per una tale gratuita affermazione Adriano Sofri meriterebbe d'essere querelato. Ma siccome non è nostro costume reclamare danni morali, bensì esigere corrette "spiegazioni" ed, in mancanza di queste, una giusta rettifica, che pure chiederemo a "Il Foglio", al momento ci basta solo esternargli il nostro netto disappunto per ciò che ha scritto dei Fisioterapisti.
Intanto, a dimostrazione della piena legittimità della nostra posizione circa il modo assai disinvolto di trattare le cose, di cui fa sfoggio l'illustre commentatore, portiamo all'attenzione degli associati e di coloro che, pur non associati, ci seguono, il testo letterale di quello che, appunto, su "Il Foglio" del 26 Gennaio scorso, dopo una premessa di plauso allo smascheramento di truffe da parte di "Striscia la Notizia", è stato scritto di noi:
" …Oltretutto è una specie di censimento della moralità pubblica dei piani bassi, illuminante per un paese che trova le stesse folle pronte a battere le mani, un giorno ai grandi moralizzatori, il giorno dopo ai grandi immoralisti: folle di tassisti, benzinai, oroscopisti, trasportatori di scorie, spacciatori di amuleti e reliquie, fisioterapisti eccetera. (Certo, mica tutti i benzinai, i tassisti, e perfino tutti gli oroscopisti).

Infante Cosano

Torna in alto