La "Gazzetta dello Sport" trattando dei corsi di laurea in scienze motorie, mentre riferisce che il settore è già presidiato da medici e chirurghi, dimentica che è pure campo specifico di altre professioni.

La Gazzetta dello Sport dell'8 Marzo, a pagina 31, nel riportare, a firma di Tiziana Bottazzo, la cronaca dell'inaugurazione, alla presenza del Capo dello Stato, dell'anno accademico presso l'Istituto Universitario di Scienze Motorie della capitale, tenutasi nel salone d'onore del Coni, gremito di neolaureati, è incorsa, speriamo in buona fede, in un errore di omissione che direttamente ci riguarda.
Nello specifico, la giornalista, con riferimento all'intervento di uno studente che adombrava scarsità di sbocchi di lavoro per coloro che hanno conseguito o conseguiranno la Laurea, addentrandosi in considerazioni relative ai limiti "occupazionali" di quella professione, mentre affermava esplicitamente che ai Laureati in Scienze Motorie sono precluse attività che sconfinano nel campo della Medicina e della Chirurgia, dimenticava completamente che non è loro permesso nemmeno di sconfinare in quello delle altre professioni sanitarie.
Poichè su questo fatto non possono essere consentiti equivoci di sorta, è bene chiarire quali sono le disposizioni in materia di compiti affidati ai Laureati in Scienze Motorie.
Il Decreto Legislativo dell'8 Maggio 1998 n° 178, Decreto istitutivo della Laurea in Scienze Motorie, oltre a fissare i quattro campi professionali di competenza (Prevenzione ed Educazione adattata; Tecnico Sportivo; Management; Didattico-Educativo), al settimo comma del secondo articolo recita testualmente: Il Diploma di Laurea in Scienze Motorie non abilita all'esercizio di attività professionali sanitarie di competenza dei Laureati in Medicina e Chirurgia, e di quelle di cui ai profili professionali disciplinati ai sensi dell'articolo 6, comma tre, del D.L. 30 Dicembre 1992 n°502 e successive modifiche ed integrazioni.
Quindi, i Laureati in Scienze Motorie, poiché il profilo professionale del Fisioterapista è tra quelli disciplinati dall'appena citato D.L., non possono svolgere attività specifiche del Fisioterapista.
L'articolo, scritto da Tiziana Bottazzo per la Gazzetta dello Sport, invece, ha omesso di riferire questo.
Il "pezzo" contestato, infatti, dice testualmente:
"La standing ovation" che ha seguito l'intervento dello studente Coccia era densa di preoccupazione. In effetti, che futuro può avere questo nutrito esercito di laureati IUSM? Non nel privato, perché manca una normativa che regolamenti il "pianeta sport". Non nella scuola, perché i concorsi a cattedra sono bloccati da anni, e perché non si sa ancora come l'Educazione Fisica rientrerà nella "nuova scuola" del Ministro Moratti, se verrà valorizzata e se assumerà un ruolo più qualificato nelle elementari. E nemmeno nel "Pianeta della Riabilitazione", dove il Corso di Laurea indirizza prepotentemente i suoi programmi di studio, non ostante lo sbocco lavorativo sia destinato ai laureati in Medicina e Chirurgia.
Dal passo citato, tra l'altro, a parte la dimenticanza circa il fatto che, oltre i Medici ed i Chirurghi, ci sono anche altre professioni sanitarie che si occupano istituzionalmente della Riabilitazione, emerge pure, e questo è un dato oggettivo assai preoccupante, sul quale bisognerebbe fare chiarezza una volta per tutte a livello di Ministero della Salute e di MURST, che i programmi di studio delle Facoltà di Scienze Motorie, sono prepotentemente indirizzati verso la Riabilitazione.
Il criterio e le ragioni per le quali si cerca di aumentare confusione in un settore in cui l'abusivismo è già dilagante, ci sono del tutto ignote.

Gianni Melotti

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