Con l’avvio, all’interno della Conferenza Stato-Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano (CSR), della discussione in merito al documento “Linee di indirizzo per la individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione”, AIFI sente la necessità di sottolineare nuovamente la centralità del Territorio nella Rete dei Servizi di Riabilitazione.
Mantenere una visione ospedalocentrica dell’attività di riabilitazione, significa non cogliere le ricadute sul sistema dovuti dai profondi cambiamenti epidemiologici, sociali e scientifico-tecnologico che sono intervenuti negli ultimi anni. AIFI sostiene, come evidenziato con il proprio documento, già pubblicato e commentato su Quotidiano Sanità ed inviato alla attenzione della CSR e agli Assessori alla Sanità di tutte le Regioni (con cui sono stati avviati contatti e incontri da parte delle AIFI territoriali), che è necessario che l’attività riabilitativa territoriale non sia considerata unicamente a supporto e “completamento” del programma riabilitativo già erogato nel setting ospedaliero, ma che questa assuma una funzione di effettiva gestione e snodo dei percorsi riabilitativi attivati. Questo riorientamento consentirà di rispondere alla prevalenza della domanda in riabilitazione, che proviene dalle condizioni di cronicità, con modalità a forte caratterizzazione proattiva che unisce nuove competenze (a forte caratterizzazione multidisciplinare) ed empowerment del paziente.
Ciò non significa che sul versante ospedaliero non debbano essere portate avanti le azioni rivolte ad aumentare la qualità, sicurezza ed appropriatezza delle prestazioni che lo stesso documento all’attenzione della Conferenza Stato Regioni individua. AIFI ritiene, anzi, che una maggiore appropriatezza nella attività ospedaliera potrà determinare un miglioramento degli esiti per i pazienti e dei risultati in termini di gestione del sistema e della rete dei servizi di riabilitazione. Perché questo possa concretizzarsi è necessario che accanto alla disponibilità di strumenti di gestione e verifica dei percorsi riabilitativi (a partire dalla SDO-R) siano valorizzate le diverse competenze presenti.
In questo quadro anche le consolidate modalità di intervento riabilitativo, caratterizzate da una propria peculiare cultura, scienza e prassi, devono essere riconsiderate per poter partecipare all’ammodernamento del sistema ed alla sua sostenibilità: la centralità dei Servizi Territoriali, con la loro declinazione nelle forme residenziale, ambulatoriale, domiciliare e comunitaria, dovrà caratterizzare anche la riorganizzazione delle attività di Riabilitazione, consolidando, allo stesso tempo nella fase ospedaliera, la tempestività e diffusione dell’intervento fisioterapico e riabilitativo nei reparti per acuti e la funzione di alta specialità dei reparti di riabilitazione.
Anche per quanto sopra detto AIFI saluta con soddisfazione la Delibera 1057/2019 di sperimentazione del Fisioterapista di Comunità approvata il 12 luglio scorso dall’Azienda USL Toscana Centro (AUTC) .
Ancora una volta è la Toscana ad essere capofila in tema di innovazione e valorizzazione delle Professioni Sanitarie come dichiarato anche dall’Assessore Regionale Stefania Saccardi:
“Dopo l’infermiere di famiglia ora sul territorio avremo anche la presenza strutturata del fisioterapista, potenziando così ulteriormente le cure primarie. Il fisioterapista al domicilio del paziente affianca gli altri professionisti negli interventi di supporto alle condizioni di cronicità e disabilità, offrendo soprattutto sostegno alle persone anziane e collaborando con i medici di famiglia. Anche per l’attivazione di questo innovativo progetto – ha sottolineato l’assessore – la Toscana si distingue in una proposta innovativa che sicuramente andrà a migliorare le condizioni dei pazienti”.
Quella “fiorentina” è la prima ed unica esperienza sul territorio nazionale ed auspichiamo che possa, al più presto, realizzarsi anche una specifica Delibera Regionale. L’obiettivo primario è quello di dare risposte appropriate ed efficienti ai bisogni di salute della popolazione nell’ottica della sostenibilità del “Sistema”.
Dalla prevenzione delle cadute alla promozione di corretti stili di vita e sostegno alla partecipazione alla vita sociale, all’individuazione di percorsi riabilitativi appropriati, fino agli interventi sull’ambiente domestico o proposte di ausili per l’autonomia, i fisioterapisti collaboreranno con i MMG soprattutto per evitare che nei pazienti si instaurino quadri patologici conclamati o riacutizzazioni di sindromi esistenti con conseguente riospedalizzazione. Dopo una prima fase di condivisone con i Dipartimenti Aziendali di Medicina Generale, Infermieristico e Ostetrico, della Rete Sanitaria Territoriale e Ospedaliera e dopo gli appuntamenti di informazione e formazione di tutti i fisioterapisti che operano sul Territorio, i Fisioterapisti di Comunità nella AUSL TC arriveranno a gennaio 2020.