Infanzia e fisioterapia: quale legame?

Come è evoluta la fisioterapia pediatrica? Quali obiettivi si pone e quale il ruolo della famiglia? Risponde il GIS Pediatrico AIFI in occasione della Giornata Mondiale dell'Infanzia.

Il 20 novembre in tutto il mondo si celebra il World Children Day, la Giornata mondiale dell’infanzia. La data coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nel 1989. La Convenzione è stata poi ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991.
La Giornata Mondiale dell’Infanzia richiama l’attenzione di tutti sui diritti dei minori e offre agli adulti, operatori sanitari compresi, un punto di partenza ispiratore per difendere, promuovere, celebrare i diritti dei bambini, dando luogo ad azioni che costruiranno un mondo migliore a partire proprio dai bambini di oggi che saranno gli adulti di domani.

La fisioterapia pediatrica ogni giorno si interroga come contribuire al meglio al benessere del bambino e della famiglia, proponendo un servizio sempre più “a misura di bambino”.
Un lungo percorso in continua evoluzione, iniziato nel 1974 negli Stati Uniti quando l’American Physical Therapy Association (APTA) riconobbe ufficialmente la fisioterapia pediatrica (FTPED).  In Italia, il 13 dicembre 1997 nasce il GIS Fisioterapia Pediatrica, Gruppo di Interesse Specialistico di AIFI, con l’intento di rispondere ad un bisogno di apprendimento specialistico nel settore della riabilitazione in età evolutiva. Ma il riconoscimento che conferisce ufficialità alla FTPED è l’International Organization of Physical Therapists in Pediatrics (IOPTP), istituita ad opera del World Confederation of Physical Therapy nel 2007.

La fisioterapia in età pediatrica oggi accompagna e sostiene il piccolo paziente e la sua famiglia durante l’intero processo evolutivo (approccio evolutivo), considerando il bambino nel suo insieme di aspetti relazionali, emotivi, cognitivi, sensoriali e sociali, inclusi il suo ambiente e la sua famiglia (approccio olistico): l’obiettivo è puntare a un intervento sia riabilitativo che abilitativo, tramite approcci diretti e indiretti.
La casistica pediatrica di interesse fisioterapico comprende tutte le patologie muscoloscheletriche, neurologiche e cardiopolmonari, spesso multisistemiche, che possono causare disabilità funzionali segmentarie transitorie o disabilità funzionali permanenti.

Quali sono gli obiettivi della fisioterapia pediatrica?

  • facilitare l’acquisizione (abilitazione) e il recupero (riabilitazione) delle funzioni cardiorespiratorie, motorie e neuromotorie: mobilità – forza – equilibrio – controllo – coordinazione – forma fisica – indipendenza;
  • favorire lo sviluppo relazionale, sensoriale, cognitivo, comunicativo e sociale, aspetti interdipendenti con lo sviluppo neuromotorio;
  • promuovere la sicurezza, il benessere, l’autostima;
  • prevenire/limitare gli esiti funzionali (le disabilità) e l’autodeterminazione;
  • sostenere la partecipazione nei contesti di vita e il passaggio all’età adulta.

I bambini non sono “adulti in miniatura”, per questo motivo è fondamentale adattare l’intervento e le proposte fisioterapiche in base all’età e alla fase di sviluppo del neonato/bambino/adolescente. Bisogna essere in grado di adattare le proposte terapeutiche agli interessi e ai bisogni di autonomia, tenendo conto e promuovendo l’autostima del singolo bambino, a cui si aggiunge la personalità e i bisogni psicologici del bambino, oltre che la consapevolezza dell’impact del trauma, della malattia o della disabilità sul sistema familiare, educativo e sociale. Per questo è necessaria una stretta collaborazione fra tutti gli operatori del team multidsciplinare, nel rispetto della specificità professionale, condividendo linee guida comuni per la gestione riabilitativa delle patologie e delle problematiche pediatriche specifiche, con orientamenti specifici in merito ai tempi e alle modalità di intervento.

Parte fondamentale del team è la famiglia, una costante nella vita del bambino, l’esperta del bambino e l’intermediaria tra il bambino e il mondo esterno. La famiglia è il principale facilitatore dello sviluppo del bambino. Non a caso si parla di Family-Centered Care, riconoscendo il valore e l’unicità di ogni famiglia, considerando i punti di forza e le esigenze di tutti i membri della famiglia, nelle decisioni condivise e nella scelta di obiettivi da raggiungere.

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