IL M.U.R.S.T. PUNTUALIZZA CHE I LAUREATI IN SCIENZE MOTORIE NON POSSONO OPERARE IN CAMPO SANITARIO

Non possiamo certo giurare sul fatto che esista una diretta corrispondenza tra numero di associati ed "attivismo" delle strutture periferiche.
Non c'è niente di scientificamente riscontrabile che ci conforti in questa impressione.
Alla luce di fatti recenti e meno recenti appare però incontestabile che la Lombardia, prima regione in termini di adesioni al sodalizio associativo, si dia molto da fare e molto protesti allorché al proprio orizzonte appaiono fenomeni di abusivismo, tentativi di stravolgimento delle prerogative professionali, invasioni di campo più o meno surrettizie da parte di altre professioni sul terreno che è proprio della Riabilitazione, più altri accadimenti di pari impatto e rilevanza.
Non possiamo, quindi, non dare atto agli amici e colleghi lombardi di sapersi ben battere per la causa comune.
L'ultimo evento in grado di attestarci la loro pervicacia nel difendere ruoli e potestà dei Fisioterapisti è di qualche giorno fa.
Dopo aver sollecitato, come a suo tempo riferimmo, l'onorevole Giulio Conti a presentare una specifica interpellanza parlamentare, rivolta ai Ministri di riferimento, circa il tentativo di debordare dal proprio alveo istituzionale e professionale da parte dei Laureati in Scienze Motorie, in ciò assecondati da alcuni Presidi di Facoltà, Angelo Fabbri, Presidente dell'Aitr della Lombardia ha preso, come si usa dire, "carta e penna" ed ha scritto al Ministero dell'Università e della Ricerca, chiedendo, appunto, in modo assai argomentato (citazione di pandette e decreti), di censurare, tra le altre, le dichiarazioni del professor Tazzi, Preside della Facoltà in Scienze Motorie dell'Ateneo di Pavia, che andava prefigurando, per i suoi allievi, sbocchi lavorativi nell'ambito della Riabilitazione.
Ebbene, anche in questo caso, la reiterazione di iniziative, atte a suscitare precisazioni e rettifiche, ha dato i suoi frutti, per cui, perfettamente in linea con il detto latino gutta cavat lapidem, alla fine, il 28 Ottobre, il Ministero ha risposto con una lettera assolutamente chiarificatrice nella sua perentoria icasticità.
Senza tanti preamboli, insomma, il Dicastero ha indirizzato addirittura al Rettore dell'Università di Pavia e, per conoscenza, all'Aitr Lombardia, una comunicazione formale che, in materia, non ammette equivoci.
Questo, sfrondato dai preliminari, è il succo di quanto scritto dal Ministero all'Università pavese: Si rappresenta …che ai sensi dell'ar. 2, comma 7 del Decreto legislativo 8 Maggio 1998, pag. 178, il Diploma di Laurea in Scienze Motorie non abilita all'esercizio delle attività professionali sanitarie di competenza dei laureati in Medicina e Chirurgia e di quelle di cui ai profili professionali disciplinati ai sensi dell'articolo 6, comma 3, del Decreto legislativo 30 Dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni ed integrazioni.
E' pleonastico ricordare che, tra i profili professionali contemplati dal Decreto legislativo n. 502, c'è quello del Fisioterapista, abilitato in modo esclusivo, alla Riabilitazione.

Antenore Gabbi

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