Gentile collega,
ti invitiamo a partecipare a un’indagine rivolta ai fisioterapisti. L’obiettivo è esplorare il fenomeno del quiet quitting e la sua correlazione con la soddisfazione lavorativa.
L’emergere della pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sul benessere dei professionisti sanitari, esponendoli a rischi di contagio, condizioni lavorative difficili e un forte squilibrio tra vita privata e lavoro. In tale contesto, è emerso un fenomeno noto come quiet quitting.
Il quiet quitting è un comportamento sempre più diffuso, che si manifesta quando i professionisti si limitano a svolgere esclusivamente le mansioni previste dal proprio ruolo, riducendo l’impegno extra-professionale e la partecipazione attiva alla vita professionale e organizzativa. Sebbene non implichi un abbandono formale del lavoro, questo atteggiamento può influire sulla qualità dell’assistenza, sul clima organizzativo e sul benessere dei professionisti.
Anche se il quiet quitting può essere una risposta al burnout, esso può ridurre la produttività e compromettere la qualità del lavoro, con implicazioni dirette sulla sicurezza e soddisfazione dei pazienti. Per comprendere meglio le dinamiche che possono favorire o prevenire tale fenomeno, l’indagine include anche domande relative al livello di soddisfazione lavorativa percepito in quanto alcune evidenze dimostrano che i professionisti più insoddisfatti risultano più inclini a manifestare questo comportamento.
Lo studio è rivolto esclusivamente a fisioterapisti, la partecipazione al questionario è volontaria (non sarà possibile risalire all’indirizzo e-mail e indirizzo IP del partecipante allo studio e le risposte saranno accessibili solo ai tre sperimentatori del progetto).
Il questionario richiede circa 10 minuti per essere compilato. Il tuo contributo sarà prezioso per promuovere riflessioni e interventi volti a migliorare il contesto lavorativo della nostra professione.
Grazie per il tempo e l’attenzione che vorrai dedicare.

Il Fenomeno del Quiet Quitting tra i Fisioterapisti
L'emergere della pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sul benessere dei professionisti sanitari, esponendoli a rischi di contagio, condizioni lavorative difficili e un forte squilibrio tra vita privata e lavoro. In tale contesto, è emerso un fenomeno noto come quiet quitting.
Il quiet quitting è un comportamento sempre più diffuso, che si manifesta quando i professionisti si limitano a svolgere esclusivamente le mansioni previste dal proprio ruolo, riducendo l’impegno extra-professionale e la partecipazione attiva alla vita professionale e organizzativa. I lavoratori che intraprendono un percorso di quiet quitting possono manifestare comportamenti quali lasciare il posto di lavoro in anticipo, arrivare in ritardo, rifiutarsi di svolgere attività lavorative al di fuori dell’orario previsto, mostrare disinteresse nel supportare i colleghi e opporsi all’assunzione di compiti non obbligatori. Sebbene non implichi un abbandono formale del lavoro, questo atteggiamento può influire sulla qualità dell’assistenza, sul clima organizzativo e sul benessere dei professionisti.
Tali individui risultano emotivamente distaccati dal proprio lavoro, un aspetto che incide profondamente sulla qualità dei servizi sanitari. Sebbene il quiet quitting – che si associa a una riduzione della produttività, un aumento del turnover e una diminuzione della qualità del lavoro, con conseguenze negative sulla sicurezza e sulla soddisfazione dei pazienti – possa rappresentare una strategia per prevenire il burnout, esso può compromettere le possibilità di crescita professionale. Inoltre, livelli inferiori di soddisfazione lavorativa sembrano essere associati a una maggiore incidenza del fenomeno tra i dipendenti.