IL 14/15 SETTEMBRE SCORSO, A POMEZIA, IMPORTANTE MEETING SU "IL RIORDINO DELLE PROFESSIONI IN EUROPA"

L' AdEPP, Associazione degli Enti di Previdenza dei Professionisti, il CUP, Comitato Unitario Permanente degli Ordini e dei Collegi professionali, il CONSILP, Confederazione Italiana dei Sindacati dei Liberi Professionisti e la Confedertecnica, Confederazione delle Professioni Tecniche, in collaborazione con il Comune di Pomezia, Nei giorni 14 e 15 settembre scorsi, hanno organizzato e tenuto un meeting centrato su "Il riordino delle professioni in Europa – Reforming professions in Europe.

Ai lavori dell'importante consesso di approfondimento sullo stato delle professioni nel contesto europeo e sulle interessanti prospettive che si intravedono hanno partecipato le più qualificate organizzazioni italiane e continentali. Tra queste, la CEPLIS, Conseil Européen des Professions Libérales (di cui, tramite la Regione Europa della WCPT World Confederation for Physical Therapy, fa parte l'A.I.FI), l'EuroCaderes, Federazione dei Quadri Europei, la FEANI, Federation Européenne des Associations des Ingénieurs, l'EFPA, European federation of Psycologist'Associations, l'EC4, EuroChem 4 – Chimici clinici ed il BundesAerztekammer.

Promotore dell'iniziativa di confronto e dibattito è stato, il 30 Aprile scorso, l'onorevole Zappalà (F.I.), Relatore, al Parlamento europeo, sulla nuova proposta di direttivo per il riconoscimento delle qualifiche professionali, avanzata dalla specifica Commissione europea.

Nell'imminenza di quell'occasione, l'onorevole Zappalà ebbe a convocare, presso la sede dell'AdEPP, i rappresentanti delle casse di previdenza, degli ordini e dei sindacati delle professioni liberali, chiedendo loro di "lavorare" il più unitariamente possibile sul testo della Commissione allo scopo di presentargli un documento ampiamente condiviso di cui farsi interprete durante il dibattito nell'assise parlamentare europea. Questo input ha dato il via alla costituzione del G.L.I.P., ovvero Gruppo di Lavoro Italiano sulla Proposta. Il lavoro del gruppo, in base alle vecchia normativa in materia, rivelatasi, non solo talvolta inadeguata ai "bisogni" delle professioni, ma anche caratterizzata da sviste e veri e propri errori, che hanno creato seri problemi in corso di applicazione, soprattutto in termini di valorizzazione dei titoli professionali.

Al momento, la Commissione europea, pur muovendosi in senso positivo, e cioè ponendo al centro della "proposta" di nuova direttiva quello dell'aumento della concorrenza, non sembra intenzionata a coinvolgere, più di tanto, la Direzione Generale Competition, specificamente preposta a questa materia.

Da parte sua il GLIP ha pure tenuto contatti positivi con il CEPLIS ed il CESE – Comitato Economico e Sociale Europeo, con cui, non solo si sono intrattenuti importanti scambi informativi, ma si sono pure determinate ampie convergenze. E questo, grazie anche all'aiuto prezioso fornito dalla dottoressa Armanda Bianchi Conti del Ministero delle Politiche Comunitarie

Le sessioni di lavoro del meeting hanno visto intervenire, in veste di relatori, pressoché tutti i rappresentanti delle associazioni interessate: per il CUP, ha parlato Raffaele Sirica, Presidente dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Restauratori; per la presentazione del lavoro del GLIP e la conduzione dei lavori, Pierangelo Sardi, Presidente dell'Ordine degli Psicologi; per l'AdEPP, Giuseppe Jogna; per il CONSILP, Gaetano Stella; per la Confedertecnica, Carlo Daniele; per il CEPLIS, John Ferguson che, tra l'altro, ha fatto riferimento ai Fisioterapisti; per la FEANI, Michel Rousselot ed Ernest Shannon; per l'EFPA, Tuomo Tikkanen; per la BundesAerzteKammer, Otmar Kleuber; per la Regione Europa della WCPT e per l' A.I.FI., Cosimo Bruno, in rappresentanza dei Fisioterapisti.

Il "nostro" Bruno, in qualità di preposto alla "politica estera dell'A.I.Fi., dopo una breve presentazione delle due organizzazioni per le quali era relatore, nel corso del suo intervento ha tenuto a far rilevare il fatto che i Fisioterapisti, a livello europeo, mentre in termini numerici sono terzi, subito dopo Medici ed Infermieri, nell'ambito dell'attività libero-professionale sono addirittura secondi. Per quanto riguarda la libera circolazione dei "professionisti" nell'area comunitaria ha, quindi, illustrato l'impegno profuso dalle organizzazioni facenti capo alla Regione Europea della WCPT. Ha ricordato, infine, presenti l'onorevole Rocco Bottiglione, Ministro per le Politiche Comunitarie, Armanda Bianchi Conti, dello stesso Ministero, e Jonathan Stoodley, Capo dell'Unità Professioni Regolamentate della Commissione Europea, che, in Italia, la mancanza di un Ordine o di un Albo per i Fisioterapisti e per gli altri professionisti della Riabilitazione crea gravi problemi di abusivismo a tutto danno dell'utenza. Non a caso, mentre da una parte, dalle Università vengono promossi Corsi di Laurea in Scienze Motorie che promettono, del tutto illegittimamente, sbocchi professionali nel campo della Riabilitazione, dall'altra alcune Regioni, sempre contra legem, autorizzano scuole per Massofisioterapisti ed altri pseudoprofessionisti che, immancabilmente, finisco per chiedere un qualche "riconoscimento" attraverso il CNEL. Non solo, per quanto riguarda, infine, gli stranieri è diventato quasi un fatto normale che molti, in Italia, lavorino, anche in centri accreditati, senza aver ottenuto dal Ministero della Salute, unica autorità competente per i Fisioterapisti, il "riconoscimento" del titolo.

Questo stato di ambiguità, ha concluso Bruno, ha portato ad una situazione aberrante, che andrebbe rimossa al più presto, quella dell'Alto Adige. In Alto Adige operano, infatti, Fisioterapisti che hanno conseguito il titolo presso le Università italiane e "Fisioterapisti" che sono andati a procurarselo in Germania (unico Paese della Comunità Europea in cui non sia richiesto un diploma di Scuola Media Superiore per iscriversi ai corsi). Questi "Fisioterapisti" dopo essersi Diplomati (soprattutto attraverso scuole private) in Germania, sulla base della Direttiva Comunitaria in capo alle professioni, chiedono il riconoscimento del titolo in Italia e creano situazioni di grave conflittualità con chi il titolo se lo è "sudato" dopo aver superato un regolare cursus studiorum propedeutico.

Nel corso dei lavori, per quanto riguarda l'Educazione Universitaria (3 anni + 2), Bruno ha pure chiesto di accelerare le procedure di attivazione del 2° livello di Laurea (quello specialistico), in quanto ogni ritardo in materia rischia, di fatto, di favorire la nascita di pericolose iniziative pseudo-professionali. L'intervento ha riscosso il plauso generale dei partecipanti al meeting.

Armanda Bianchi Conti, per il Ministero delle Politiche Comunitarie, ha comunicato che la proposta di direttiva punta a consolidare la libera circolazione ed a ridurre ad una sola direttiva il sistema delle 15 direttive attuali, attraverso l'attribuzione di una "regola" uguale per tutti e la rimozione delle "situazioni" anomale che impediscono, di fatto, la libera circolazione.

La dirigente ministeriale ha pure fatto rilevare che la proposta di direttiva, tesa ad unificare i contenuti delle 15 direttive precedenti, nonché il fatto di contemplare, in un unico palinsesto, la regolamentazione di molte professioni diverse le une dalle altre, potrebbe portare, in tempi brevi, ad un "elenco" europeo delle professioni.

Ha concluso l'assise il Ministro Rocco Bottiglione.

L'intervento del Ministro, alla luce del successo del Convegno-Conferenza, dopo una premessa tesa a rilevare quanto sarebbe importante, a questo punto, promuoverne anche uno con le Regioni, in modo da chiudere, in un contesto logico ed operativo, l'intera problematica, ha rilevato le intrinseche valenze politico-economico-sociali delle attività professionali in termini di garanzia del servizio, tutela dell'utente, nonché "sicurezza" di standard e di controllo. Il Ministro ha, quindi, informato l'assemblea sul fatto che la proposta di direttiva sulla libera circolazione non affronterà il tema relativo ad un'ipotesi di standardizzazione europea delle professioni, in quanto circa la regolamentazione delle professioni sono contenenti i singoli stati, non la Comunità. L'onorevole Buttiglione, ha concluso dicendosi, conformemente al sistema universitario inglese, favorevole ad un corso di studi cosiddetto del 3 + 2 + 2, costituito cioè da 3 anni di studi di base, più 2 anni professionalizzanti, più 2 anni ancora per il Dottorato (P.h.D.)

Andrea Mancuso

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