Il 3 dicembre si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, istituita ufficialmente dall’ONU nel 1992 per promuovere i diritti, il benessere e l’inclusione delle persone con disabilità. Una ricorrenza che invita a riflettere sulle barriere, fisiche e culturali, ancora presenti nella società e a promuovere una visione inclusiva, a partire dal linguaggio.
AIFI da sempre promuove la centralità della persona, la cui identità non può e non deve essere ridotta alla condizione di disabilità, nella Fisioterapia così come nella vita di tutti i giorni. Una rivoluzione culturale necessaria, che parte anche dal corretto uso del linguaggio.
Un significativo passo in questa direzione è stato introdotto con il recente aggiornamento all’articolo 4 del Decreto legislativo n. 62 del 2024, che aggiorna e uniforma la terminologia ufficiale nell’ambito della condizione di Disabilità, da utilizzare nelle comunicazioni ufficiali – comunicati stampa, siti web, documentazione informativa- e nell’attività amministrativa – come decreti, provvedimenti o modulistica.
Quali termini usare e quali evitare?
- «Handicap» è sostituito da «condizione di disabilità»
- «Persona handicappata», «portatore di handicap», «persona affetta da disabilità», «disabile» e «diversamente abile» sono cambiati in «persona con disabilità».
- Le espressioni «con connotazione di gravità» e «in situazione di gravità» sono sostituite da «con necessità di sostegno elevato o molto elevato».
- «Disabile grave» diventa «persona con necessità di sostegno intensivo».
Perché è importante questo cambiamento?
Perché usare l’espressione «persona con disabilità» invece di «disabile» o «handicappato»? La differenza principale risiede nel mettere al centro la persona nella sua complessità, evitando di ridurla alla sola condizione di disabilità. “Lo stesso principio è profondamente radicato nella Fisioterapia” spiega Filippa Piazzese, Delega Cittadini AIFI “che da sempre guarda all’individuo nella sua complessità proponendo percorsi di cura personalizzati in base ai specifici bisogni di salute legati anche ai contesti ambientali. Adottare un linguaggio inclusivo significa abbracciare questa stessa visione: spostare l’attenzione dalla condizione alla persona, riconoscendone il valore unico e intrinseco”.
Questo cambiamento linguistico, che può sembrare formale, riflette in realtà una rivoluzione culturale per guardare davvero al Progetto di Vita individuale personalizzato e partecipato, per una società sempre più in rete, in connessione, empatica e inclusiva in linea con i valori della Fisioterapia.