Giornata della Disabilità: il Presidente FISH sul ruolo della fisioterapia

In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, AIFI apre un dialogo con chi da anni rappresenta un punto di riferimento nel dibattito nazionale sui diritti, l’autonomia e la partecipazione delle persone con disabilità. Abbiamo raccolto il contributo del Presidente della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Vincenzo Falabella, che offre uno sguardo autorevole sul ruolo della Fisioterapia oggi e sulle sfide che attendono il nostro settore: dall’accessibilità ai servizi riabilitativi alla collaborazione tra associazioni e professionisti, fino alle competenze emergenti richieste dai nuovi scenari sociali e tecnologici. Un ente chiave a livello nazionale e non solo, con cui AIFI ha l’onore di collaborare attraverso la Delega AIFI People Responsabile Progetti verso i Cittadini Filippa Piazzese.

Un confronto che ribadisce l’importanza di un approccio realmente bio-psico-sociale e centrato sui diritti, in cui la Fisioterapia diventa parte essenziale dei percorsi di autonomia lungo tutto l’arco della vita.

Qual è oggi, secondo FISH, il ruolo della Fisioterapia nel promuovere l’autonomia e la partecipazione delle persone con disabilità lungo tutto il loro percorso di vita?

Secondo la visione promossa da FISH, in coerenza con quanto affermato dall’ONU nella Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità riguardo alla responsabilità degli Stati nel garantire percorsi efficaci di abilitazione e riabilitazione, la Fisioterapia svolge oggi un ruolo determinante nel sostenere le persone con disabilità lungo tutto il loro percorso di vita: non rappresenta soltanto una cura, ma un vero processo abilitativo capace di valorizzare le potenzialità individuali, promuovere il massimo livello di autonomia possibile, facilitare la partecipazione attiva alla vita sociale e migliorare in modo concreto la qualità di vita; grazie a interventi personalizzati e continui, centrati sui bisogni e sui desideri della persona, la Fisioterapia contribuisce a trasformare le limitazioni funzionali in opportunità di indipendenza, prevenendo complicanze, sostenendo l’autodeterminazione, riducendo il carico delle famiglie e favorendo un reale empowerment che permette di vivere con maggiore benessere, dignità e inclusione.

In che modo una collaborazione più strutturata tra associazioni come FISH e professionisti della riabilitazione può migliorare la presa in carico globale della persona con disabilità?

Una collaborazione più strutturata tra associazioni come FISH e i professionisti della riabilitazione può diventare un fattore decisivo per migliorare la presa in carico globale della persona con disabilità, soprattutto se impostata secondo i principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che promuove percorsi di abilitazione e riabilitazione orientati all’autonomia, alla dignità e alla piena partecipazione.

In quest’ottica, coprogrammazione e coprogettazione rappresentano strumenti strategici: permettono a organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità e ai professionisti della riabilitazione di costruire, insieme, servizi realmente rispondenti ai bisogni delle persone e coerenti con i loro progetti di vita. La presenza attiva di FISH, infatti, garantisce che la prospettiva dei diritti, della partecipazione e dell’autodeterminazione sia sempre centrale, mentre i fisioterapisti e gli altri professionisti portano competenze tecnico-cliniche indispensabili per valutare, sostenere e sviluppare le capacità residue.

Accessibilità ai servizi riabilitativi: quali sono le criticità più urgenti e quali azioni FISH ritiene prioritarie per garantire continuità, qualità e tempestività degli interventi fisioterapici?

L’accessibilità ai servizi riabilitativi rappresenta una priorità per FISH, che evidenzia come le principali criticità riguardino soprattutto i tempi di attesa troppo lunghi, la discontinuità tra ospedale e territorio, la forte disomogeneità regionale e la mancanza di percorsi realmente personalizzati. A queste difficoltà si aggiunge uno scarso coinvolgimento delle associazioni delle persone con disabilità nei processi decisionali, che spesso porta a servizi non pienamente centrati sui bisogni reali. In risposta a tali criticità, FISH propone un insieme di azioni mirate: garantire una continuità assistenziale effettiva attraverso un’integrazione stabile tra ambito sanitario, sociale e territoriale; potenziare l’offerta di Fisioterapia sul territorio riducendo le liste d’attesa; costruire percorsi individualizzati basati sul progetto di vita della persona; assicurare qualità e appropriatezza degli interventi grazie a formazione e buone pratiche; coinvolgere stabilmente le associazioni nella coprogettazione dei servizi; e rendere i percorsi riabilitativi fisicamente ed economicamente accessibili. 

Quale contributo può dare la Fisioterapia nel passaggio da un modello “sanitario” a un modello realmente bio-psico-sociale, come richiesto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità?

La Fisioterapia può offrire un contributo fondamentale nel passaggio da un modello puramente “sanitario” a un modello pienamente bio-psico-sociale, così come indicato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, grazie alla loro esperienza, alla loro formazione e alla natura stessa del loro intervento professionale, che integra corpo, funzione, ambiente e partecipazione.

In questa prospettiva, la Fisioterapia contribuisce in modo decisivo a rendere il modello bio-psico-sociale realtà attraverso vari livelli di azione:

  • personalizzazione degli interventi, costruendo percorsi riabilitativi che non guardano solo alla patologia ma agli obiettivi, ai desideri e alle priorità della persona;
  • promozione dell’autodeterminazione, coinvolgendo attivamente la persona nella definizione degli obiettivi e nella scelta delle strategie di trattamento, come richiesto dall’approccio dei diritti umani;
  • valutazione funzionale integrata, che tiene conto non solo delle capacità motorie, ma delle relazioni familiari, delle barriere ambientali, della partecipazione sociale e del benessere emotivo;
  • supporto alla partecipazione, aiutando la persona a recuperare o mantenere le abilità necessarie per vivere la quotidianità in modo il più possibile autonomo e significativo;
  • collaborazione con rete professionale e associativa, contribuendo a progettare servizi e interventi realmente inclusivi attraverso la coprogrammazione e la coprogettazione, in linea con i principi della Convenzione ONU.

In questo modo, la Fisioterapia si afferma come una disciplina che concretizza, nella pratica quotidiana, i valori e gli obiettivi della Convenzione ONU, rendendo effettivi i diritti, le opportunità e la dignità di ogni individuo.

Guardando al futuro, quali competenze o ambiti emergenti della Fisioterapia ritiene fondamentali per affrontare le nuove sfide legate alla disabilità, dall’invecchiamento attivo alle tecnologie assistive?

Guardando al futuro, la Fisioterapia si trova di fronte a sfide sempre più complesse e multidimensionali, e per affrontarle efficacemente saranno fondamentali competenze avanzate e la capacità di integrare strumenti innovativi, inclusa l’intelligenza artificiale, che giocherà un ruolo centrale anche in ambito riabilitativo. L’IA potrà supportare la raccolta e l’analisi dei dati clinici, personalizzare i piani terapeutici in tempo reale, monitorare l’andamento dei programmi riabilitativi e prevedere rischi o progressioni funzionali, permettendo interventi più tempestivi ed efficaci.

Accanto a questo, diventa sempre più importante che i fisioterapisti sviluppino competenze trasversali e multidisciplinari, che includano la capacità di lavorare in team integrati con altri professionisti della salute, con le tecnologie assistive e con le reti sociali e familiari, per garantire una presa in carico globale della persona con disabilità.

Allo stesso tempo, competenze legate alla valutazione funzionale multidimensionale, alla personalizzazione dei programmi terapeutici secondo il modello bio-psico-sociale, e alla capacità di integrare la dimensione sociale, ambientale ed emotiva nel progetto di vita della persona saranno indispensabili. Anche la gestione dell’invecchiamento attivo richiederà un approccio preventivo e proattivo, mirato non solo a preservare la mobilità e la funzione fisica, ma anche a sostenere partecipazione, benessere psicologico e inclusione sociale.

In sintesi, il futuro della Fisioterapia richiederà un equilibrio tra professionalità clinica consolidata, innovazione tecnologica, intelligenza artificiale applicata alla riabilitazione e attenzione globale alla persona, in modo da garantire interventi sempre più efficaci, personalizzati e centrati sui diritti, sull’autonomia e sulla qualità di vita delle persone con disabilità.

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