Formazione sul campo in ECM. È possibile? È necessaria!

La Commissione regionale per l'Educazione Continua in Medicina e per la Salute della Regione Emilia-Romagna ha presentato nei mesi scorsi, alla Commissione Nazionale ECM, una proposta di sperimentazione di possibili percorsi per la formazione sul campo dei professionisti della salute, da affiancare alla formazione residenziale e alla formazione a distanza.

L'apprendimento degli adulti, viene dichiarato nella proposta, "è legato a tre elementi in particolare:

1. l'esistenza di concreti e specifici problemi da risolvere;
2. la possibilità di utilizzare metodi e tecniche didattiche che permettano un elevato grado di interattività e di diretto coinvolgimento;
3. contesti organizzativi favorevoli, interessati alla formazione in quanto fattore positivo di evoluzione.

L'offerta formativa che attualmente può essere accreditata nell'ambito dei processi ECM non è di solito caratterizzata da questi elementi. Piuttosto affronta temi di carattere generale, utilizza metodi didattici passivi (lezioni, conferenze, relazioni, discussioni in cui solo pochi prendono la parola) ed è spesso lontana dal contesto organizzativo in cui operano i partecipanti."

Proprio per questo "la possibilità di utilizzare per l'apprendimento direttamente le strutture sanitarie, le competenze degli operatori impegnati nelle attività assistenziali e le occasioni di lavoro" diventa una straordinaria occasione formativa.

Ho trovato molto interessante questa proposta: è assolutamente necessario promuovere sperimentazioni che integrino la formazione residenziale e la formazione a distanza con tutte quelle opportunità formative che la pratica quotidiana offre e che, quasi sempre, se realizzate con consapevolezza, possono garantire livelli di apprendimento di gran lunga superiori alle occasioni tradizionali di formazione.

Un argomento che, naturalmente, coinvolge tutti i professionisti del mondo sanitario poiché il set metodologico indicato (Analisi dei casi, Dimostrazione, Intorno al letto, Journal club, Lavoro in piccolo gruppo, Lezione, Lezione/discussione, Pacchetto didattico (enduring materials), Panel, Role playing, Stage Tirocinio, Studio individuale, Workshop) offre concrete opportunità, in ordine ai processi di creazione, scambio e condivisione della conoscenza, valide per tutti i professionisti coinvolti nell'Educazione Continua in Medicina.

Nella proposta si parla anche di riconoscimento del ruolo dei tutor nei programmi formativi: piena condivisione anche su questo.

È necessario riconoscere per le attività di sostegno all'apprendimento svolte dai tutor l'acquisizione di crediti ECM; ovviamente ciò deve valere anche per le altre tipologie di formazione (residenziale e a distanza). Il tutor esiste e, in genere, è indice di qualità.

Sarebbe, inoltre, opportuno, a mio avviso, iniziare subito anche la sperimentazione di processi di verifica a posteriori dei progetti di formazione (dell'apprendimento individuale ed, eventualmente, dell'impatto a più lungo termine), elaborando strumenti di valutazione ad hoc che supportino i valutatori e che, in approcci particolari come quelli realizzati, ad esempio, attraverso la partecipazione a processi di miglioramento, dove il cambiamento è oggettivo, sono di più facile individuazione.

Infine, ulteriori opportunità formative, con un possibile riconoscimento di crediti ECM, potrebbero essere individuate nella partecipazione attiva alla vita associativa. Immaginiamo, ad esempio, il livello di competenza che caratterizza un Responsabile giuridico di un Ordine professionale, su temi che rivestono rilevanza formativa, dal momento che compito degli Ordini, in qualità di provider, è proprio la formazione dei propri professionisti, sulle questioni giuridiche legate alla professione.

Dr. Claudio Ciavatta, Commissione Nazionale ECM

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