Fisioterapisti e Scienze Motorie: una Collaborazione Necessaria

"Moderato entusiasmo e grande fiducia"sono le parole che meglio esplicitano lo stato d'animo con il quale A.I.FI. (Associazione Italiana Fisioterapisti) –Friuli-Venezia Giulia e ACSM (Associazione Culturale delle Scienze Motorie)chiudono i lavori del primo confronto che si è tenuto lo scorso 3 Dicembre nell'Aula Magna dell'Università degli Studi di Udine e si apprestano ad un percorso comune.
Questa, a detta di Roberto Salvini, presidente ACSM, rappresenta una "data storica" perché nell'ambito del dibattito fortemente voluto dal Consigliere Nazionale A.I.FI. Mauro Gugliucciello, le due Associazioni hanno iniziato un cammino fondato su rispetto, dialogo e che si spera prodigo di future iniziative sotto il tetto comune dell'Università.
Dello stesso avviso il Presidente A.I.FI.-FVG Giorgio Sirotti il quale ha sottolineato proprio il ruolo di presidio dell'Università riguardo le caratteristiche professionalizzanti dei percorsi formativi.
All'incontro, partecipato da ca. 200 fra Fisioterapisti, studenti di Fisioterapia e di Scienze Motorie e docenti universitari, hanno contribuito anche il Preside della Facoltà di Medicina Franco Quadrifoglio ed il Rettore dell'Università di UdineFurio Honsell, nonché i Presidenti dei Corsi di Laurea in Fisioterapia, Franco Mallardi (neo-eletto ed a cui vanno i nostri più sentiti auguri per il suo mandato),ed in Scienze Motorie, Pietro Enrico Di Prampero.
Gli interventi di Salvini e Gugliucciello hanno illustrato competenze e formazione delle due figure professionali, mettendone in risalto le differenze (ad esempio, l'essere una Professione Sanitaria per il Fisioterapista) ma anche i punti d'incontro (come la comune formazione universitaria ed il movimento quale campo di azione preminente).
Le relazioni dei Presidenti dei Corsi di Laurea Di Prampero e Mallardi hanno invece posto l'accento sulle caratteristiche della formazione; il primo ha citato la presenza in quella di Scienze Motorie (che sostituisce gli I.S.E.F. istituti superiori di educazione fisica ora soppressi) solo di una "infarinatura" di conoscenze mediche ("in senso largo"), nonché della laurea di II livello (specialistica) ad indirizzo cosiddetto "dell'attività motoria adattata" che permetterebbe al laureato specialistico in Scienze Motorie di "occuparsi del disabile STABILIZZATO perché questi possa trovare sbocchi nell'attività sportiva una volta che le problematiche relative alla patologia di base siano stabilizzate, appunto, e dell'anziano per quanto riguarda l'attività sportiva nelle sue caratteristiche di prevenzione delle malattie dell'età avanzata"; il Prof. Mallardi, invece, ha sottolineato soprattutto lo scopo del Corso di Laurea in Fisioterapia che "deve formare il Professionista richiesto dal Profilo Professionale" e ne ha ulteriormente ribadito il carattere professionalizzante, in abbinamento alla vocazione culturale e scientifica, citando la conclusione del percorso costituita anche dall'ESAME DI STATO ABILITANTE all'esercizio della Professione.
Il dibattito ha poi messo in luce i dubbi e le preoccupazioni dei laureati in Scienze Motorie riguardo gli sbocchi lavorativi, vero nocciolo della questione.
La loro fiducia è infatti riposta nella partita che si sta giocando intorno alla Legge Regionale n. 8 del 3 aprile 2003 sullo sport, che ha il grosso limite di non individuare i precisi requisiti professionali richiesti al "tecnico qualificato" pur previsto come condizione necessaria per la garanzia nei luoghi e strutture in cui si fa attività motoria.
Questo provoca confusione nel campo e proliferare di corsi di formazione non ben qualificati che "sfornano" vari tecnici del fitness che non possono dare le garanzie che si richiedono allorquando si faccia e si programmi un'attività motoria.
Per quanto riguarda i Fisioterapisti, l'attenzione dell'AIFI si rivolge all'abusivismo in Riabilitazione: sono quotidiane le segnalazioni di fantomatici "ambulatori" dove sono addirittura esposti i tariffari delle prestazioni di Riabilitazione senza la presenza di fisioterapisti.
Ebbene, l'AIFI-FVG e l'ACSM si sono impegnate pubblicamente al RISPETTO RECIPROCO di competenze e campi di azione ed i laureati in Scienze Motorie, rappresentati dall'ACSM, si dichiarano "altra cosa" rispetto ad operatori che perseguono invece la via dell'abusivismo.
E, come l'AIFI chiede ai laureati in Scienze Motorie di inviare al Fisioterapista i pazienti che necessitino non già di un programma di allenamento e attività motoria bensì di riabilitazione, così l'ACSM chiede di inviare specificatamente presso un laureato in Scienze Motorie chi abbisogni invece di ricondizionamento per l'attività motoria e sportiva, dopo la riabilitazione. D'altronde anche l'università ha voluto fare chiarezza con una lettera del Direttore Generale Masia che, rispondendo ad un esposto, dice esplicitamente "…venga pubblicizzata ai laureati in Scienze Motorie la possibilità di trovare occupazione nel campo della riabilitazione, cosa espressamente vietata dal D. Leg. 8.5.1998 istitutivo del corso di laurea in Scienze Motorie e della normativa delle professioni sanitarie".
Zone d'ombra, quindi, sulle quali si vuole gettar luce: l'impegno delle due Associazioni è stato fatto proprio anche dal Rettore, Furio Honsell, che ha promosso l'iniziativa e caldeggiato la prosecuzione dei lavori per arrivare ad un migliore confronto fra formazione e mondo del lavoro, nell'ambito di un intervento scientifico nei confronti degli interlocutori politici perché riescano a determinare più di quanto si sia fatto finora i campi di intervento dei Professionisti che si creano con la formazione universitaria.
Con l'obiettivo appunto di contribuire a definire contenuti e percorsi formativi ed ambiti operativi, il Rettore Honsell si è anche dichiarato disponibile, con tutta l'Università di Udine, ad un'iniziativa di livello nazionale proprio ad Udine ed a patrocinare e validare una sorta di "Carta di Udine" redatta e condivisa dalle due Associazioni. Un'agenda che detti le linee di indirizzo per Fisioterapisti e laureati in Scienze Motorie, sia nei punti in comune che nella definizione di limiti netti di competenze ed operatività.
Ed inoltre, nell'ottica del supporto scientifico alle decisioni politiche, si va a collocare lo sforzo dell'AIFI nella stesura di linee-guida e protocolli che identifichino meglio i processi di valutazione e cura, cosicché si possa finalmente realizzare quella collaborazione tanto auspicata sia dalle due Professioni che dai Cittadini; a questi ultimi preme infatti realizzare a pieno le proprie potenzialità avvalendosi di Professionisti qualificati che riescano a garantire il massimo livello qualitativo del loro intervento.

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