ROMA Dire – “Quanto accaduto all’università di Foggia costituisce un’ingiustizia nei confronti di chi, in tutta Italia, rispetta le regole per l’iscrizione ai corsi di laurea facendo i test di ammissione”. E’ questa la posizione dell’AIFI, l’Associazione italiana fisioterapisti, che fa propri i sentimenti e le proteste degli studenti, riguardo alla decisione dell’ateneo pugliese di emanare un bando attraverso cui i possessori del diploma triennale di massofisioterapista possono iscriversi direttamente al terzo anno del Corso di Laurea in Fisioterapia, notoriamente a numero chiuso, senza aver superato alcun test di ammissione.
Una scelta “unilaterale, compiuta come iniziativa autonoma e senza che vi fosse alcun obbligo imposto da sentenze del Tar- spiega il responsabile Formazione di AIFI, Roberto Marcovich- Tanto è vero che si tratta dell’unico ateneo in Italia ad aver preso questa iniziativa“.
Nello specifico, si tratta della pubblicazione di un bando cui hanno risposto circa 200 massofisioterapisti da tutto il Paese.
Questa situazione apre diversi scenari critici. “Prima di tutto si pone un problema di qualità della formazione– aggiunge Marcovich- I massofisioterapisti che hanno formalizzato l’iscrizione a Foggia, infatti, frequenteranno lo stesso programma degli altri iscritti a prescindere dal loro percorso di studi fino a quel momento e senza che la loro carriera pregressa sia stata valutata. Si rischia dunque di avere, al termine del ciclo di studi, presunti professionisti con una preparazione non sufficiente o inadeguata. Il tutto a rischio dei loro futuri pazienti”.
In secondo luogo, esiste una questione tirocini. “Già oggi alcuni studenti di Foggia lamentano difficoltà nell’accedere a periodi di pratica presso sedi adeguate, e parliamo di 30 persone: cosa succederà se a richiedere un tirocinio saranno oltre 200 persone? Si bloccheranno le procedure?“. Secondo l’AIFI, infatti, va tenuto presente che “questi 200 iscritti rappresentano il 10% del fabbisogno annuale italiano, dal momento che ogni anno vengono accolti nelle università di tutta la Penisola circa 2mila studenti. A cosa serve- conclude l’Associazione dei fisioterapisti- fare un grosso sforzo di razionalizzazione del bisogno formativo se poi arrivano casi come quello di Foggia che mettono in discussione tutto?”.