Realtà virtuale immersiva nella riabilitazione post-ictus: lo studio (premiato) di Giulia Fregna

L'intervista a Giulia Fregna, seconda classificata al concorso “Donne nella Scienza – Early Career Researcher” di AIFI con lo studio "Head-Mounted Displays for Upper Limb Stroke Rehabilitation: A Scoping Review”.

Giulia Fregna si è classificata al secondo posto nel concorso “Donne nella Scienza – Early Career Researcher”, promosso da AIFI per valorizzare il contributo delle giovani fisioterapiste alla ricerca scientifica. Fregna è fisioterapista e ricercatrice, e ha recentemente completato un Dottorato in Neuroscienze Traslazionali e Neurotecnologie presso l’Università di Ferrara, dove si è occupata dell’applicazione di nuove tecnologie in neuroriabilitazione.

Il suo studio – “Head-Mounted Displays for Upper Limb Stroke Rehabilitation: A Scoping Review” – si propone di sintetizzare la letteratura scientifica sull’uso e sull’efficacia dei visori di realtà virtuale immersiva (Head-Mounted Displays) nella riabilitazione dell’arto superiore in pazienti colpiti da ictus. I risultati emersi indicano effetti promettenti in termini di recupero motorio, funzionalità dell’arto e autonomia. Grazie a questo studio, Giulia Fregna si è classificata al secondo posto del concorso a cui corrisponde l’assegnazione della Registration Grant per la partecipazione al V Internazional Congress di AIFI.

Cosa ti ha spinto a intraprendere una carriera nella ricerca in fisioterapia?

La possibilità di aver partecipato a un progetto di ricerca in occasione della tesi di Laurea in Fisioterapia e il conseguente coinvolgimento operativo all’interno di un gruppo di ricerca clinica hanno dato inizio all’interesse, poi alla passione per questo settore scientifico.

Che ruolo pensi abbia la presenza femminile nel settore della fisioterapia per ispirare nuove generazioni di ricercatrici?

La presenza di ricercatrici e scienziate nel contesto della fisioterapia è, a mio avviso, di fondamentale importanza per espandere e massimizzare la qualità scientifica del nostro operato. Inoltre, far parte di un network di donne e fisioterapiste può rafforzare significativamente la nostra presenza in questo settore, sia oggi che in futuro.

Quali sfide e opportunità vedi per la ricerca in fisioterapia nei prossimi anni?

Una branca scientifica relativamente recente come quella della fisioterapia presenta molte sfide, ma anche numerose possibilità. La presenza di nuovi percorsi scientifici, di carriera e formativi rende indispensabile una costruzione congiunta del nostro valore professionale, una crescita collettiva in un panorama promettente.

Cosa significa per te questo riconoscimento da parte di AIFI?

Questo riconoscimento rappresenta per me un onore e un impegno nel promuovere l’attività scientifica nell’ambito della fisioterapia, e nel sostenere la presenza di donne e ricercatrici nel nostro settore, con l’obiettivo di accrescere la nostra competenza clinica, scientifica e professionale.

Come pensi che AIFI possa sostenere ulteriormente le giovani ricercatrici?

Credo che l’impegno di AIFI nel rafforzare i nostri legami come comunità scientifica, nel dare visibilità alla nostra crescita professionale e nel promuovere opportunità di collaborazione e riconoscimento – come questo concorso – sia fondamentale. Anche in termini di formazione dei nuovi professionisti, è un’azione preziosa per promuovere la presenza femminile e per valorizzare sempre di più la nostra professione

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