Il termine infanzia deriva da “infans” che significa “che non sa parlare”… non a caso, per lungo tempo, il bambino è stato considerato più per quello che (ancora) “non è e non sa fare” che per quello che “è e che sa fare”. L’approfondimento del GIS Fisioterapia Pediatrica in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia: buona lettura!
Cos’è quindi l’infanzia?
L’infanzia, in realtà, è il periodo in cui vengono forgiati l’essenza, il carattere, i gusti, i pregi, l’autostima e le potenzialità dell’individuo. Chi si occupa di età evolutiva, chi si occupa di abilitazione e riabilitazione del bambino, come il fisioterapista che lavora in ambito pediatrico, sa quanto sia importante il sostegno, il supporto, il prendersi cura, l’entrare in punta di piedi senza mai giudicare nella vita del bambino e della sua famiglia.
Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Infanzia, data che coincide con il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo e la Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’occasione richiama l’attenzione sui diritti dei minori e offre l’ispirazione per difenderli e promuoverli. La Convenzione ONU è composta da 54 articoli. 4 sono i principi fondamentali: non discriminazione, rispetto dell’interesse superiore del bambino, diritto alla vita, alla sopravvivenza e al corretto sviluppo, diritto all’ascolto.
E la fisioterapia? Come si inserisce in questo ambito?
Il fisioterapista pediatrico è colui che elabora il programma di abilitazione e riabilitazione in base al bisogno di salute del bambino, che sia esso motorio, neuromotorio, sensoriale, cognitivo o relazionale. Inoltre, promuove il benessere, l’autonomia e l’autostima, sostenendo il piccolo e la sua famiglia nei vari contesti di vita e nei continui cambiamenti evolutivi. Chi si occupa di fisioterapia pediatrica, sa che il bambino non è un piccolo adulto e sa altrettanto bene che, dal momento della nascita e, anzi, anche prima della nascita, il bambino ha delle competenze ed è parte attiva all’interno delle relazioni e, proprio per questo, aiuta e sostiene le abilità emergenti.
Il bambino assorbe dalle varie esperienze quotidiane e costruisce la sua esistenza futura: il fisioterapista, quando chiamato in causa come riabilitatore, o quando presente come abilitatore, ha perciò il compito di garantirne lo sviluppo.
Uno degli elementi che ci stanno più a cuore nell’ambito della fisioterapia pediatrica è, senza dubbio, quello della prevenzione: un processo sociale, politico e globale, che non comprende solo azioni volte a rafforzare le abilità e le capacità del bambino, ma anche azioni volte a modificare le condizioni sociali e ambientali, in modo da attenuare il loro impatto sulla salute del singolo e della collettività. Il fisioterapista, con il suo sapere, saper fare e saper essere, potrà allora lavorare sulla prevenzione primaria già nel punto nascita ospedaliero, a domicilio, negli ambulatori pediatrici, nei servizi di follow-up, e poi, crescendo, negli ambiti di vita del bambino, la scuola e lo sport.
Il fisioterapista pediatrico deve sempre mettersi nei piccoli panni dei bambini e delle bambine affinchè possa trovare la strategia giusta per entrare in empatia con loro e far emergere tutte le competenze e le abilità possibili per ognuno di loro. Deve essere un abile giocatore, deve lavorare in maniera indiretta oltre che diretta, deve essere capace di osservare, fiutare, scrutare. E quando il trattamento si rende necessario deve trasformare la stanza di terapia nel più divertente dei parchi gioco e diventare compagno di avventure, abile racconta storie, intonato cantante, cavallo e principe azzurro allo stesso tempo ma, soprattutto, non deve mai essere scontato, annoiato o stanco.
Il bambino è il più abile tra tutti a guardare nel profondo degli occhi e del cuore ed è per questo che merita di essere sempre guardato allo stesso modo. I bambini sono il nostro futuro ed è per questo che meritano di essere considerati come il bene più prezioso al mondo.