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La Federazione Nazionale degli Ordini TSRM-PSTRP e l’Associazione Italiana Fisioterapisti hanno scritto alle Regioni Umbria e Marche chiedendo, ai sensi della legge n. 145 del 30 dicembre 2018, la chiusura delle scuole di formazione aperte da alcuni istituti per massaggiatori e massofisioterapisti.
L’iniziativa è partita già da qualche settimana, alla luce della inerzia delle Regioni che, dopo avere chiesto al Ministero della Salute chiarimenti sugli effetti della soppressione della norma sulla quale le Scuole ritenevano di fondare la possibilità di formare le figure di massaggiatore e massofisioterapista, non si sono ad oggi attivate per ordinare la cessazione delle medesime attività formative.
Si ricorda che, dopo l’istituzione degli Ordini e l’abrogazione dell’art. 1 della l. n. 403/1971, i corsi di formazione di figure non previste dall’ordinamento non consentono di svolgere le attività riservate alle professioni sanitarie, senza incorrere in un reato penale gravemente punito dall’ordinamento (da sei mesi a tre anni di reclusione, oltre alla multa da 10.000 a 50.000 euro e la confisca delle cose utilizzate per commettere il reato, compresi i locali).
Pertanto, i nuovi iscritti, una volta terminato il periodo di formazione, non avrebbero la possibilità di esercitare, perché in assenza dei requisiti indispensabili per lavorare.
Questa è solo l’ultima di una serie di numerose azioni intraprese da A.I.FI. per proteggere i cittadini dalle conseguenze che potrebbero “pagare” in termini di salute.
Si attende ora la risposta delle Regioni, i cui termini stanno per scadere.