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Siamo venuti a conoscenza dai media dell’emendamento all’art. 41 del ddl 1334 che prevederebbe la possibilità di continuare ad esercitare senza obbligo di iscrizione all’Albo per “tutti coloro che, pur avendone i titoli, non hanno potuto accedere a percorsi di equivalenza”.
L’Associazione Italiana Fisioterapisti A.I.FI. ritiene tale proposta confusa nella forma e sbagliata nella sostanza e ne chiede quindi ai proponenti il ritiro immediato.
L’emendamento appare confuso nella forma perché i percorsi di equivalenza, definiti con l’Accordo Stato/Regioni n. 17/CSR del 10 febbraio 2011, recepito nel DPCM 26 luglio 2011, consentivano ai possessori di titoli atipici, ottenuti entro il 17 marzo 1999, non riconducibili a titoli equipollenti e non ricompresi in un esplicito elenco di titoli “esclusi”, di far valutare il proprio percorso formativo e la propria carriera pregressa “caso per caso”. Non era quindi previsto un preciso elenco di titoli che potevano accedere, e pertanto la formulazione “tutti coloro che, pur avendone i titoli, non hanno potuto accedere a percorsi di equivalenza” crea confusione oltre che, a nostro avviso, difficilmente applicabile.
L’emendamento appare inoltre sbagliato nella sostanza perché se il problema è che qualcuno non ha potuto accedere a percorsi di equivalenza, a nostro avviso la risposta non dovrebbe essere “continua pure ad esercitare senza iscriverti all’Albo” ma eventualmente, ad esempio, chiedere a Regioni e Province Autonome di ribadire i percorsi di equivalenza con le stesse regole di allora, quindi solo per i soli titoli conseguiti entro il 17 marzo 1999, in modo da valutare il percorso formativo di ciascuno e la eventuale necessità di integrazioni. L’emendamento sembra dare, infatti, una risposta scorretta; scorretta nei confronti di chi quei percorsi di equivalenza li ha con fatica intrapresi; scorretta nei confronti dei quasi 100.000 professionisti sanitari che in questi quattro mesi hanno intrapreso l’oneroso percorso di iscrizione agli Albi e che si vedrebbero, al passare di questa proposta, come si suol dire “cornuti e mazziati”.
Evitare le strumentalizzazioni
AIFI, inoltre, mette in guardia i decisori pubblici da chi sta tentando di strumentalizzare questo momento complesso di valutazione dei titoli e sta creando allarmismi forse ingiustificati; diverse realtà stanno infatti usando il rischio del “mettere sulla strada padri di famiglia” quando questo rischio non è reale o è limitato a pochi specifici casi magari risolvibili in altro modo.
Lo fanno per far passare norme che consentano l’iscrizione agli Albi anche di chi ha seguito percorsi formativi assolutamente insufficienti a garantire le competenze previste dai decreti ministeriali istitutivi dei profili delle 17 professioni sanitarie coinvolte.
Lo ribadiamo: i titoli conseguiti dopo il 17 marzo 1999 non sono in alcun modo, per contenuti e per durate, sovrapponibili alle Lauree triennali abilitanti all’esercizio di professione sanitaria.
Qualsiasi sanatoria, o improvvida proroga dei termini di equipollenze o equivalenze, avrebbe come unica conseguenza quella di mettere la salute dei cittadini nelle mani di persone non adeguatamente formate e di offuscare un percorso di chiarezza, quello degli Albi e Ordini per tutte le professioni sanitarie, atteso da decenni da centinaia di migliaia di professionisti