Questo fine settimana si è tenuto il Congresso della World Physiotherapy, un’edizione tutta in digitale a all’altezza delle aspettative. Un’iniziativa che ha visto fisioterapisti di tutto il mondo prendere parte alle 90 sessioni virtuali, per un totale di 70 ore confronti e approfondimenti.
Tra i punti di forza la presenza tra i partecipanti di numerosi neo-laureati, complice il format online che ha reso possibile l’abbattimento delle spese di viaggio e partecipazione.
Gli argomenti trattati hanno spaziato da contenuti di interesse dei clinici, così come dei ricercatori, dei manager e dei formatori; tra i relatori non sono mancati numerosi fisioterapisti italiani, i quali hanno restituito alla comunità internazionale le esperienze cliniche e di ricerca vissute nel nostro Paese.
Al centro anche il confronto sul libero accesso alla scienza, soprattutto in considerazione dei costi legati all’accesso di journal e banche dati e sulla libertà di accesso alla professione, senza disparità di alcun tipo. Un tema per il quale la World Physiotherapy ha intrapreso un importante percorso, a favore di un’inclusione totale.
Durante le sessioni dedicate alla pandemia e ai suoi effetti sulla fisioterapia, sono emersi alcuni aspetti della professione che sono riusciti a cogliere importanti opportunità: i fisioterapisti hanno appreso a gestire in remoto i propri pazienti, i quali però non possono prescindere dal trattamento in presenza. La modalità migliore, in momenti di chiusura, resta sempre la modalità ibrida che prevede un bilanciamento tra sessioni fisioterapiche a distanza ed in presenza. Paesi come gli USA, l’Australia e il Regno Unito hanno sviluppato dei modelli di gestione ormai riconosciuti e accreditati dai sostenitori dei servizi sanitari, che siano esse le assicurazioni o lo Stato.
Anche il nostro Paese ha bisogno di un riconoscimento di tali servizi ibridi per dare la possibilità a tutti professionisti e strutture pubbliche e private di garantire continuità delle cure, soprattutto in momenti come questi.
Appuntamento a Tokyo nel 2023, nella speranza di potersi incontrare anche di persona.