E' tempo di rinnovo del contratto nazionale di lavoro del Comparto Sanità Pubblica. Le trattative sono già in corso, e coinvolgono tutte le maggiori sigle sindacali. E anche l'Aifi vuole dare il proprio contributo alla discussione: per questo ha scritto alle organizzazioni, esponendo le criticità individuate e proponendo delle soluzioni. Punto di partenza di questa riflessione è un'analisi della situazione attuale del fisioterapista impiegato nel settore pubblico. L'Associazione ha osservato, tra le altre cose, "scarsa motivazione nel Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) per la percezione di un sistema del lavoro che non premia il merito e, allo stesso tempo, limita l'autonomia professionale con percorsi organizzativi che si ripercuotono sulla clinica e sulla capacità di risposta dei professionisti alle esigenze di salute dei cittadini". Un altro punto è la "scarsissima capacità di attrazione del settore pubblico nei confronti dei "migliori" fisioterapisti, disincentivati a rimanere nel Ssn". Il che dipende anche, ma non solo, dal fatto che "il raffronto delle condizioni economiche e di esercizio professionale con i liberi professionisti risulta perdente per il dipendente pubblico, incentivando l'abbandono del posto nel pubblico e scoraggiando l'ingresso di nuove e giovani forze".
Il passo successivo è quello di definire gli obiettivi: da questo punto di vista, i principi-chiave sono tre. In primo luogo, "aumentare la capacità di risposta dei professionisti ai bisogni di salute dei cittadini", a tutti i livelli, per esempio accorciando le liste d'attesa e recuperando tutte quelle prestazioni riabilitative al di fuori dai Lea. In poche parole, incrementare "l'efficacia e l'efficienza della fisioterapia del Ssn". Secondo punto, "accrescere l'appeal del Ssn per i fisioterapisti", così da trattenere i professionisti più bravi. Grande l'attenzione dedicata alla formazione degli studenti, che deve essere di "alto livello". Il che si accompagna alla necessità di "migliorare la qualità e la quantità della ricerca scientifica".
La strada per ottenere tali scopi si compone di quattro step fondamentali. Bisogna creare "in tutte le aziende del Ssn, delle funzioni di governo delle professioni sanitarie, di livello aziendale, con distinzione di area professionale e senza responsabilità sovraordinate fra loro". Alla direzione di ogni area professionale "è posto un dirigente di area professionale, selezionato fra coloro in possesso della laurea specialistica della "specifica area"".
E' poi necessario individuare "nelle aziende pubbliche soluzioni organizzative che consentano l'accesso diretto alla fisioterapia, anche per graduazione dei livelli di complessità della domanda, e le cosiddette "piattaforme assistenziali". Ovvero, delle strutture organizzative a responsabilità diretta.
Importante anche "l'istituzione della libera professione intramoenia in autonomia, non più legata esclusivamente all'équipe, ma con la possibilità del cittadino di rivolgersi direttamente al fisioterapista che ne è titolare".
Infine, attribuire "la dirigenza ai coordinatori delle attività teorico-pratiche dei corsi di laurea in fisioterapia".