Stati generali: un manifesto e un coordinamento tra le professioni sanitarie

Un manifesto sottoscritto dai rappresentanti di 160mila operatori della sanità per chiedere al governo l'istituzione degli ordini per le professioni sanitarie. E la nascita di un coordinamento tra le professioni con lo scopo di ottenere quanto prima questo strumento indispensabile per tutelare la salute del cittadino. Sono queste le decisioni prese dagli Stati generali delle professioni sanitarie, riuniti a Roma per programmare le iniziative da attuare a sostegno di una battaglia responsabile e coerente condotta da più di vent'anni.
"La salute è un bene inalienabile di ogni cittadino, costituzionalmente tutelato sul territorio nazionale, la cui qualità deve essere garantita dai professionisti che vi operano" si dichiara nel manifesto comune delle professioni sanitarie. La legge 43/2006, approvata all'unanimità dal Parlamento, afferma questo principio e sostiene la necessità di normare attraverso gli ordini le professioni sanitarie, conferendo la delega al governo: a non essere regolamentati con un ordine sono attualmente 550mila lavoratori della sanità. La delega al governo non è stata esercitata, in attesa che si predisponesse una più generale riforma delle professioni. Anche il disegno di legge di riforma, approvato dal Consiglio dei ministri, ha espresso l'orientamento di regolamentare attraverso ordini le professioni intellettuali che si occupano di attività costituzionalmente garantite.
Secondo gli Stati generali, quindi, non c'è tempo da perdere: è necessario procedere all'istituzione degli ordini per le professioni sanitarie per rafforzare il sistema salute del nostro Paese. La salute non può essere considerata un'impresa, non ha libero mercato né prezzo da ribassare: la salute è un diritto costituzionale, un bene prezioso che ha bisogno di essere tutelato.

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