Il Consiglio di Stato con sentenza 2363/09 del 20 aprile ha respinto l'appello della Regione Lombardia, confermando l'annullamento della delibera che istitutiva il profilo di "Operatore del massaggio sportivo".
Una decisione particolarmente rilevante: i giudici hanno ordinato in modo perentorio alla Regione di eliminare ogni effetto eventualmente prodottosi in forza dell'atto, e hanno condannato l'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio.
Abbiamo chiesto un commento a Mauro Gugliucciello, consigliere nazionale, che si è occupato della vicenda sin dall'inizio, in stretto contatto con i vertici di Aifi Lombardia.
"Il primo comunicato che fu emesso dall'Aifi riguardo alle "vicissitudini lombarde" parlava di ripristinare condizioni di rispetto e di legalità nel nostro settore. E ciò in ragione del fatto che, in ambito sanitario, la Regione Lombardia aveva intrapreso molte sconcertanti iniziative. Un esempio? Oltre al massaggiatore sportivo, c'era la questione del massaggiatore orientale, anche questa bocciata recentemente a seguito di un ricorso presentato dall'Aifi Lombardia. Senza dubbio, la disinvoltura di manovra dimostrata dalla Regione lascia perplessi, considerando la natura particolarmente delicata di questo settore, costituzionalmente protetto, in cui politici e funzionari dovrebbero muoversi con la massima attenzione, evitando di compiere passi ambigui. Solo così possono essere tutelati gli interessi dei cittadini. La sentenza definitiva emessa dal Consiglio di Stato, che annulla il provvedimento della Regione, è un'importante conferma della fondatezza delle nostre denunce, oltre che un monito alle istituzioni e un richiamo alle loro responsabilità".
"L'illegittimità del decreto regionale impugnato – si legge nella sentenza – è palese". E quindi "per conformarsi alla presente decisione la Regione Lombardia interromperà immediatamente lo svolgimento dei corsi formativi eventualmente già avviati, adottando altresì tutti i provvedimenti necessari a rimuovere le conseguenze fino ad oggi prodotte dall'atto annullato".