Progettare e organizzare la riabilitazione in Sicilia, un convegno ben riuscito

Oltre 250 partecipanti, tra fisioterapisti e medici: tante sono state le presenze al convegno "Progettazione e organizzazione della riabilitazione: il 'modello Sicilia'", che si è svolto a Catania il 9 maggio scorso. Organizzato dall'Aifi-Sicilia, dalla Società Italiana Fisioterapia e Riabilitazione (Sifir), dalla sede di Catania della Federazione Alice, da Cittadinanzattiva Sicilia e dal Consorzio Sol.Co di Catania, l'incontro ha messo a fuoco la condizione delle persone con disabilità nell'isola. Tra i tanti ospiti, c'era anche l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo.
Secondo i dati epidemiologici più recenti, in Sicilia solo il 13,8% dei circa 800mila abitanti ultrasessantacinquenni ha la possibilità di vivere libero dalle disabilità. Una percentuale che a 75 anni si riduce a 7,4%. Per affrontare e risolvere questa situazione, la riabilitazione deve iniziare dall'instaurarsi del danno e proseguire nel tempo. In che modo? Implementando un sistema di servizi esistenti, ma ancora non integrati "a rete", come peraltro prevede la legislazione. "In Sicilia – ha detto Rosario Fiolo, presidente regionale di Aifi – esiste la situazione paradossale: stasi organizzativa a fronte di ottime leggi". Un esempio è il recente "Piano triennale a favore delle persone con disabilità", con cui "la Regione siciliana intende garantire una reale e completa attuazione del diritto di cittadinanza delle persone con disabilità". Per questo, ha commentato Russo, "è indispensabile proseguire nell'opera di riforma del Sistema Sanitario Regionale, anche attraverso la riconversione di molti posti letto per acuti in posti letto per la lungodegenza e la riabilitazione". In due parole, si tratta di costruire "modelli" che coinvolgano i cittadini, il terzo settore, le professioni, le istituzioni locali e regionali, in una logica di sussidiarietà che ponga al centro la persona "fragile".

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