Percorsi di riconversione: l'Aifi chiede controlli alle amministrazioni sanitarie regionali

Le sedi regionali dell'Aifi sono mobilitate per fare informazione a tappeto in tutta Italia, regione per regione. E inviano una comunicazione, messa a punto da Aifi Friuli Venezia Giulia, alle amministrazioni sanitarie regionali pubbliche e accreditate sul tema dei titoli ottenuti in seguito a percorsi di riconversione, per quanto riguarda l'ammissione ai concorsi pubblici e le assunzioni di fisioterapisti. Con un'avvertenza molto precisa: per garantire agli utenti la professionalità nell'erogazione dell'assistenza sanitaria, le strutture devono essere attente e vigili, fare controlli e verifiche.
L'esigenza di portare avanti una campagna di informazione nasce dal fatto che di recente alcune sedi universitarie hanno attivato percorsi abbreviati per il riconoscimento della laurea di I livello in fisioterapia per quanti, già in possesso di titolo abilitante alla professione sanitaria di fisioterapista, volessero conseguire questo titolo accademico. Alcuni di questi percorsi, comunemente denominati "di riconversione" e che non riportano, sul certificato di laurea, la dicitura "abilitante alla professione sanitaria di fisioterapista", sono attualmente interessati da rilevanti anomalie e in alcuni casi sono oggetto di indagine giudiziaria, rispetto alla validità dei titoli abilitanti di quanti vi hanno avuto accesso.
Per questo, è indispensabile che le amministrazioni sanitarie verifichino le procedure dei concorsi e l'abilitazione all'esercizio della professione. Con l'avvertenza che l'Aifi, sempre disponibile per qualsiasi esigenza, sorveglierà le situazioni di dubbio, nell'ambito del suo indirizzo statutario di tutela della salute dei cittadini in ambito riabilitativo.

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