La presa in carico del paziente che presenta dolore muscoloscheletrico è differente in relazione al genere? Una revisione sistematica
Razionale
Mi spinge a sviluppare questo progetto il profondo rispetto che nutro verso lo Stato di diritto nel quale vivo, rispetto verso la Carta Costituzionale sulla quale esso è, si fonda e cresce.
Il diritto alla Salute è un diritto inviolabile dell’uomo e la Costituzione italiana, difende nelle parole dell’articolo 32:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”
Implicito nel concetto di cura si ritrova il tema dell’appropriatezza delle cure garantite al cittadino.
L’appropriatezza clinica è oggetto di una specifica attività da parte del Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) già Programma nazionale linee guida, previsto dal Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, riconfermato nell’articolo 5 della legge 8 Marzo 2017, n° 24, legge Gelli-Bianco.
Nel corso dell’ultimo anno è cresciuto il mio interesse nei confronti degli argomenti trattati dalla Medicina di Genere ed approfondendo le mie letture, prima per pura conoscenza e poi per studio mi sono imbattuto in pubblicazioni che hanno contribuito alla nascita del progetto che qui presento e voglio portare avanti. La medicina di genere è una nuova dimensione della medicina che pone un approccio diverso e innovativo alle diseguaglianze di salute, legate non solo a una differente appropriatezza diagnostico-prescrittiva, ma soggette anche a diseguaglianze sociali, culturali ed etniche, psicologiche, economiche e politiche. In campo sanitario avere una prospettiva di genere vuol dire pertanto rivedere i risultati disponibili in letteratura, ma anche operare un cambiamento culturale attraverso l’attivazione di programmi di prevenzione, formazione del personale, parità di accesso ai servizi sanitari. L’attenzione al genere è dunque attenzione all’equità, non solo come equità di trattamento, ma anche come adeguatezza e appropriatezza di cura secondo il proprio genere. Solo procedendo in questa direzione si potrà arrivare ad una medicina personalizzata, cioè più aderente alle specifiche necessità di ciascuno, e quindi più efficace ed economica.
L’appropriatezza delle cure, quindi può e deve passare anche dalla considerazione che il genere rappresenta una variabile importante da considerare nella conduzione degli studi clinici prima, e nell’erogazione delle prestazioni sanitarie di conseguenza.
Il mio progetto vuole focalizzare l’attenzione sulla percezione del dolore e le sue diverse declinazioni dipendentemente dal genere.
Abstract
Poiché il dolore cronico implica sofferenza umana ed è influenzato da diversi fattori fisici, emotivi e sociali, i modelli di valutazione multifattoriali dovrebbero essere usati per comprendere la complessità di questa condizione (1-2). Gli interventi di riabilitazione per pazienti con dolore cronico complesso che si concentrano su singoli fattori (esercizio fisico, terapia manuale) sono meno efficienti rispetto ai programmi di riabilitazione multimodale basati su un modello bio-psico-sociale che considera vari aspetti del paziente e le circostanze di vita del paziente (3). La scarsità di studi sessuali o stratificati per genere sulla riabilitazione multimodale è stata riconosciuta in una revisione condotta dal Consiglio svedese sulla valutazione delle tecnologie sanitarie (4). Pertanto, sono necessari ulteriori studi sull’efficacia dei programmi di riabilitazione multimodale (compresi quelli multidisciplinari e interdisciplinari) utilizzando analisi di genere. È anche importante valutare il contesto culturale in cui vengono effettuati gli interventi al fine di comprendere le disparità di genere nei risultati. Comprendere il concetto di genere nella riabilitazione bio-psico-sociale, l’interazione tra circostanze sociali e fattori biologici, come gli individui percepiscono se stessi e come si comportano come donne e uomini dovrebbero essere inclusi. Nel dibattito sulla cultura della natura negli ultimi decenni, il sesso è stato indicato come le differenze biologiche tra maschi e femmine, mentre il genere è stato principalmente legato a pensieri, sentimenti, comportamenti e circostanze e aspettative sociali, vale a dire le caratteristiche socialmente create di donne e uomini (1).
Per anni sono stati equiparati i termini “sesso” e “genere”, usati come sinonimi e quindi inducendo a considerare le somiglianze e le differenze tra uomini e donne come risultati del loro sesso biologico. King (5) si oppone a questa confusione e chiede un uso più corretto dei termini “sesso” e “genere” nelle pubblicazioni mediche e raccomanda di usare il termine “sesso” quando si fa riferimento a fattori anatomici / fisiologici e di utilizzare il termine “genere” per caratteristiche culturalmente specifiche della mascolinità e della femminilità.
Capire cosa significa essere una donna o un uomo che proseguono in un percorso di riabilitazione secondo il modello bio-psico-sociale per il dolore cronico, considerare l’interazione tra fattori biologici (ad es. intensità del dolore, durata del dolore), funzioni corporee, fattori psicologici (ad es. depressione e ansia), circostanze sociali e come gli individui percepiscono essi stessi, sono tutti fattori che dovrebbero essere inclusi nel processo di gestione del paziente.
Prospettive future
In campo fisioterapico a che punto sono le ricerche? Qual è lo stato dell’arte?
La mia volontà è quella di indagare attraverso una revisione sistematica della letteratura quanto il genere influisca nella percezione del dolore nei disturbi muscoloscheletrici, se rappresenti un discrimine nell’insorgenza e mantenimento di tali disordini e se influisca sulla gestione di tali disordini da parte dei fisioterapisti.
Vorrei, inoltre, indagare attraverso la somministrazione di un questionario Survey online, la conoscenza del fisioterapista italiano su cosa sia la medicina di genere ed i suoi risvolti clinici. Questo per definire progetti futuri di ricerca e formazione capaci di diffondere la cultura della medicina di genere anche nel campo della fisioterapia.
Specializzando: Mattia Bisconti
Relatrice: dott.ssa Patrizia Galantini
Co-relatore: dott. Filippo Maselli
In allegato il QR code del questionario ed il link apribile per la lettura e compilazione.
https://it.surveymonkey.com/r/FisioterapiadiGenere
Se sei uno studente del corso di laurea in Fisioterapia oppure di un master universitario di primo e secondo livello e vuoi sottoporre ai nostri fisioterapisti associati un questionario puoi contattare l’ufficio ricerca A.I.FI all’indirizzo: info@aifi.net