Molteplici sono i problemi ed i temi su cui, in Italia, il Fisioterapista è chiamato a confrontarsi.
La professione, infatti, nella misura in cui, attraverso le più recenti riforme, si è andata affermando come punto nodale ed imprescindibile della Riabilitazione, si è arricchita di nuovi valori e nuove prerogative che, seppur estremamente qualificanti, per ultimi i due diversi tipi di Laurea (di 1° e 2° livello) assieme alla tanto "faticata" autonomia operativa (anche nel contesto del lavoro di equipe), stentano ad esserle riconosciuti nella loro corretta estensione e nella loro esclusività.
Per cui, lo spazio operativo del Fisioterapista, in assenza di un sistema di controlli e di sanzioni, adeguato al fenomeno, da parte delle pubbliche autorità di vigilanza, sembra essere diventato terreno di conquista: da un lato, per opera dell'abusivismo più sfrenato e rischioso, praticato da "maneggioni" ed improvvisatori d'ogni risma e, dall'altro, per opera di altre professioni che, al cospetto di alti indici di disoccupazione nei rispettivi ambiti operativi ovvero per sopravvivere a sé stesse nonostante le riforme sopravvenute in ambito formativo ne abbiano decretato il definitivo superamento, cercano in ogni modo, talvolta con la complicità delle stesse autorità accademiche e la colpevole sinecura di quelle politico-amministrative, di accreditare inesistenti prerogative di semiequipollenza.
Chiamata a questo confronto, l'A.I.FI:, ovvero l'Associazione Italiana dei Fisioterapisti, in occasione della "Giornata Mondiale della Fisioterapia", che si terrà a Roma il prossimo 10 di Settembre, ha deciso di organizzare un incontro sul tema de "L'etica nella Professione del Fisioterapista".
L'incontro, che ha avuto il patrocinio della Municipalità ed a cui sono stati invitati ad esprimere le loro opinioni ed a preannunciare eventuali iniziative politiche da intraprendere, quali titolari di ruoli istituzionali, personaggi assai importanti della Sanità, della Politica, dell'Università, dell'Utenza disabile e dei Presidi di tutela del malato, si terrà presso la sala-riunioni dell'XI Circoscrizione, sita al n° 50 di via Benedetto Croce.
Fra gli altri, con il Presidente nazionale dell'A.I.FI., Vincenzo Manigrasso, sono dati come sicuri partecipanti al significativo evento, divulgativo delle problematiche dei Fisioterapisti e delle implicanze sanitarie che queste comportano verso la cittadinanza, il Sottosegretario alla Salute Onorevole Antonio Guidi, il Senatore Giuseppe Mascioni, Vice Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, il Professor Guido Traversa, Ordinario di Bioetica alla Terza Università di Roma, la Sig.ra Luisa Bosisio Fazzi, Presidente del Consiglio Nazionale sulla Disabilità, il Dott. Pietro Barbieri, Presidente della F.I.S.H. (Federazione Italiana superamento Handicap), il Dottor Stefano Inglese, Segretario del Tribunale per i Diritti del Malato, il Dottor Mario De Luca, Portavoce del Forum Regionale del Lazio per l'Anno Europeo della Disabilità.
Parlare di Etica significa definire, per così dire, l'orizzonte cui guarda o meglio intende guardare la professione secondo, "le linee guida" comportamentali elaborate, in anni ed anni di attività istituzionale, nella buona e nella cattiva sorte, dall'Associazione.
Tenere un comportamento etico, ad esempio, significa mettere al centro del problema sanitario implicante la professione la persona assistita piuttosto che l'operatore. Metterlo al centro non tanto e non solo della prestazione bensì del progetto riabilitativo, dalla presa in carico alla dimissione passando attraverso il lavoro di equipe.
Parlare di Etica significa elaborare e rispettare un preciso, categorico e severo Codice Deontologico qual è quello che l'A.I.FI. si è dato sotto la supervisione e con la collaborazione sia del Tribunale per i Diritti del Malato, sia delle Associazioni di rappresentanza delle disabilità.
Parlare di Etica significa farsi carico non solo della salute dell'assistito ma anche, più complessivamente, dei suoi valori sociali, rispettandone l'io e la personalità; per cui, il rapporto tra il Fisioterapista ed il soggetto, cui viene prestata la cura, deve conformarsi ad un intreccio virtuoso tra "sapienza" scientifica ed impegno morale; da qui lo sforzo più organico per il reinserimento, a pieno titolo, dell'assistito nel contesto sociale di derivazione.
Avere, infine, una visione etica della professione vuol dire perseguire senza riserve la lotta all'Abusivismo imperante nel Paese (l'Italia è l'unica nazione a vantare il poco commendevole primato d'una Associazione per la tutela delle vittime dell'Abusivismo: l'A.N.V.A.R.), non solo e non tanto quale atto di difesa delle prerogative del Fisioterapista ma, soprattutto, come doverosa salvaguardia della salute del cittadino siccome solennemente sancita dalla Costituzione. Ed è in questo che si legittima senza riserve, per la categoria, l'istituzione dell'Ordine professionale. L'Ordine professionale, costituendo, tra le altre cose, l'Anagrafe della professione, diventerebbe il deterrente automatico di ogni e qualsiasi millantatore in quanto l'utente sarebbe messo immediatamente in grado di sapere se la persona, cui è affidata la sua preziosa salute, è un "vero" Fisioterapista.