In cantiere iniziative a difesa della professionalità

All'indomani della presentazione del disegno di legge sulla riforma degli ordini e delle dichiarazioni rilasciate dal ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni al quotidiano "Il Messaggero" nell'edizione di ieri si fa sempre più preoccupante il quadro politico per le professioni sanitarie.
Il disegno di legge di delega al governo sugli ordini presentato dal dicastero della Giustizia, apparso su un quotidiano nazionalelascia inalterato lo status quo e penalizza le professioni della salute attualmente non regolamentate attraverso ordini e albi, prevedendo per esse delle non meglio specificate forme di "associazionismo". Contrariamente a quanto previsto dalla legge 43, non verranno pertanto istituiti nuovi ordini. Dal canto suo l'onorevole Fioroni, ministro dell'Istruzione, ha annunciato la creazione di un secondo filone di istruzione superiore post diploma, alternativo all'università, allo scopo di formare tecnici di alto livello e rispondere così a un vuoto del mercato del lavoro. E nella futura formazione professionalizzante non accademica, a quanto si legge sul quotidiano romano, potrebbero finire anche i fisioterapisti, gli infermieri, i tecnici di laboratorio.
"Il governo sta passando ogni limite" dichiara Vincenzo Manigrasso, presidente nazionale Aifi. "Si nega l'istituzione dell'ordine e con esso la tutela dei cittadini dai fenomeni di diffuso abusivismo in ambito sanitario. Ma non ci si limita a questo. Si sta facendo molto di più. Si sta tentando di minare alla base l'ambito di competenza e la professionalità che i fisioterapisti e tutti i professionisti sanitari hanno conquistato in questi anni, anche grazie all'istituzione dei percorsi universitari. Evidentemente fisioterapisti e professionisti della salute in grado di garantire appropriatezza, qualità delle prestazioni, rigore scientifico, utilità sociale, danno fastidio e fanno ombra. L'affossamento della legge 43 è solo la punta dell'iceberg"
"Nei prossimi giorni – prosegue Manigrasso – decideremo le iniziative da realizzare anche in base all'esito a cui perverranno i colloqui e gli incontri effettuati in queste ultime settimane con le organizzazioni sindacali e con i colleghi delle altre professioni sanitarie. Una cosa è certa e cioè che intendiamo difendere in tutti i modi vent'anni di conquiste professionali, ribadire la scelta incontrovertibile sulla formazione universitaria e la nostra appartenenza al consesso delle professioni intellettuali anche attraverso il riconoscimento ordinistico "

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