Cari colleghi,
l'evento congressuale ha aperto, per la professione, la categoria e la nostra organizzazione associativa una stagione nuova, foriera di risultati che, anche solo a guardare ad un anno fa, apparivano assai lontani nel tempo.
Adesso, abbiamo alle porte, dopo il conseguimento, nella misura più soddisfacente possibile, del traguardo dell'Equipollenza tra titoli pregressi e Laurea di 1° livello, la reale possibilità di accedere, senza ulteriori ostacoli che non siano la prova di accesso, alla Laurea specialistica di 2° livello, cos" come di ottenere, senza ulteriori pretestuosi rimandi, l'istituzione dell'Ordine o dell'Albo, ovvero di un Collegio professionale che faccia obbligo di adesione per tutti i Fisioterapisti legalmente riconosciuti.
Per sostanziare tutto questo e portare avanti le nuove battaglie che, comunque, dovremo condurre per migliorare lo "status" generale della professione e per accreditarlo al meglio, sia rispetto alle istituzioni, sia rispetto all'utenza ed all'opinione pubblica in generale, c'è bisogno, innanzitutto, dell'impegno della maggiore e miglior parte dei nostri associati, per i quali e grazie ai quali l'Associazione esiste ed opera.
Ed è proprio in vista di questo processo dinamicamente evolutivo dell'A.I.FI. che il Congresso di Ottobre ha formalmente deciso di andare, entro la prossima Estate, ad una nuova assise congressuale con l'obiettivo predefinito di licenziare, attraverso opportune modifiche statutarie, una diversa conformazione associativa, di tipo strutturalmente federativo, in grado di "incidere" con più efficacia sulle molteplici realt^ sanitarie del Paese, di produrre una promozione associativa più conforme alla reale consistenza numerica della categoria, di sollecitare iniziative politiche e legislative maggiormente rispondenti alle prerogative ed ai diritti della professione.
Da qui, la necessit^ improcrastinabile di portare al Congresso del prossimo Giugno una "carta" statutaria adeguata alla nuova realt^ associativa che, su mandato del Congresso di Ottobre, intendiamo perseguire. Carta statutaria che sia frutto di uno sforzo collettivo, espressione non solo di una metodica decisionale democraticamente allargata, ma anche di un potenziale arricchimento di contenuti, sempre utile quanto doveroso.
Le ragioni dell'apertura di questo "Forum" sullo Statuto sono tutte qui: nella necessit^ di allargare il nostro discorso ed il nostro dibattito alla molteplicit^ delle voci e delle idee di tutti i colleghi che vorranno parteciparvi e darci il loro responsabile contributo.
A noi spetteràpoi, così come istituzionalmente previsto, il diritto dovere di una sintesi quanto più conforme possibile all'idea prevalente.
Per intanto, acciocchè tutti coloro che vorranno liberamente cimentarsi in questo ampio "confronto" dialettico, siano in grado di prendere atto dello stato dell'arte delle cose su cui chiediamo di disputare, in modo che sia loro consentito di pronunciarsi con cognizione di causa, di seguito, riportiamo integralmente, sia la relazione sulle modifiche statutarie, approvata dal Congresso di Ottobre, sia il documento che la speciale Commissione insediata dall'assise ha portato all'attenzione del Consiglio Direttivo Nazionale il 2 di Dicembre ultimo scorso.
Il Presidente
Vincenzo Manigrasso
DOCUMENTO CONCLUSIVO DEI "LAVORI" CONGRESSUALI
Il 18° Congresso Nazionale A.I.FI., a seguito del dibattito svoltosi ed in considerazione del documento presentato dalla "Commissione Statuto", della mozione presentata dalla delegazione della regione Friuli Venezia Giulia, del documento presentato dalla delegazione della Regione Veneto, approva le indicazioni contenute nei documenti richiamati allo scopo di avviare un "processo costituente per una nuova Associazione" capace di muoversi al passo con le nuove e diverse esigenze degli associati, della società e dell'articolazione organizzativa dello stesso SSN che vede una progressiva regionalizzazione delle responsabilità e delle competenze.
A questo scopo, indica al prossimo CDN tre nominativi di colleghi associati , quali riferimento tecnico per la costituzione di una specifica commissione incaricata di elaborare, con il contributo dei consulenti legali, un nuovo statuto capace di garantire all'Associazione gli strumenti per poter meglio operare. Il Congresso approva, quindi, i nominativi dei soci Rita Canelli (reg. Emilia Romagna), Sandro Cortini (reg. Toscana), Valentino Fiaschi (reg. Toscana) quali componenti della Commissione.
Tale commissione, coadiuvata dai consulenti, dovrebbe presentare la prima proposta entro la fine di Novembre-inizio Dicembre, al CDN che sarà convocato in tale periodo per una prima analisi ed un approfondimento. Successivamente il testo passer^ alle regioni (e province) che entro la met^ di Febbraio dovranno avanzare le loro proposte e le loro considerazioni, che la Commissione assemblerà per il CDN, da tenersi agli inizi di Marzo 2002. Il testo, dopo le analisi di quest'ultimo, tornerà alle regioni (e province) che, entro gli inizi di Maggio dovranno presentare le ulteriori proposte di modifica alla Commissione, per arrivare all'ultima stesura prima del CDN precongressuale, da tenersi all'inizio di Giugno 2002. Al Congresso spetter^ la parola definitiva.
Il mandato è quello di arrivare a definire le regole per costruire un'entità associativa:
con un'identit^ ben definita in relazione alla professione;
con un'articolazione organizzativa rapportata alla necessità di valorizzare e rendere autonome le funzioni periferiche in equilibrio con un livello di rappresentanza centrale autorevole;
con una specifica definizione degli ambiti di competenza, dei compiti, delle funzioni e delle responsabilit^ dei livelli periferici e centrali;
con l'indicazione dei criteri di rappresentanza e delle modalit^ di elezione degli organi, coerenti con la struttura associativa;
con la precisazione dei vincoli e dei criteri di gestione e ripartizione delle risorse economiche;
con una definizione dei diritti e dei doveri dei suoi associati e dei suoi dirigenti.
Il Congresso
approva all'unanimità.
Commissione Riforma Statuto- Documento presentato al C.D.N. del 2/12/2001
Componenti : Rita Canelli – Sandro Cortini – Valentino Fiaschi
Abbiamo riflettuto sul mandato del congresso in merito alla riforma dello statuto e quindi della forma associativa.
Emergono due possibili ipotesi di lavoro, sulle quali è opportuna una riflessione ed una decisione di indirizzo da parte delle Regioni e delle Province.
Riteniamo tale decisione una discriminante fondamentale per definire la tipologia di Associazione che desideriamo avere, indispensabile per la prosecuzione del nostro lavoro e la realizzazione di un'ipotesi di riforma statutaria già morientata seppur con variabili da definire nel percorso di formulazione e successivamente in ambito congressuale,.
Per poter rispettare i tempi assegnati dal Congresso dobbiamo recepire questa indicazione dal DN entro metà gennaio 2002.
Una prima analisi sulle necessità statutarie dell'Associazione, richiama ad una esigenza di riorganizzazione dei principi fondamentali di funzionamento che possono e debbono trovare risposta sia in una revisione dell'attuale conformazione dell'associazione, oppure in una sua radicale riforma.
Vediamo che coesistono realtà regionali sufficientemente funzionanti e funzionali con realtà che non sono in grado di garantire una vita associativa appropriata, probabilmente per dissimile consistenza numerica.
Le ipotesi su cui porsi a confronto come prima discriminante sono sostanzialmente:
1. La conformazione dell'associazione come federazione di associazioni regionali
2. La articolazione dell'associazione in regioni con completa autonomia su alcuni compiti istituzionali, con autonomia delegata su altri, dipendente dall'organismo centrale su altri ancora.
Le due ipotesi sono comunque vincolate dalla mission dell'associazione:
La missione dell'associazione è rappresentare e promuovere la professione del fisioterapista e coniugare l'interessi dei suoi membri con i bisogni della comunità e sviluppare la conoscenza scientifica del settore, incluso la pratica professionale la formazione e la ricerca.
IPOTESI 1 – FEDERAZIONE DI ASSOCIAZIONI REGIONALI
Questa ipotesi comporta la completa modifica degli articolati statutari e va a realizzare un contesto associativo con fulcro regionale (articolabile anche in funzioni provinciali con gradi di autonomia stabiliti dai regolamenti regionali)
IPOTESI dei FONDAMENTALI
LA COSTITUZIONE DELLE ASSOCIAZIONI REGIONALI
Formalizzazione legale delle associazioni regionali
Statuti regionali
Titolarità della quota associativa
Determinazione della quota associativa regionale
Organizzazione delle attività di formazione professionale permanente
Concertazione dei compiti mantenuti dal livello Nazionale
Stampa e pubblicazioni regionali/locali
GLI ORGANI ASSOCIATIVI REGIONALI
Costituzione
Il Presidente
Il Direttivo Regionale (3/5 membri)
Il Consiglio Regionale (Presidenti Provinciali + un rappresentante degli studenti per ogni sede universitaria presente in regione)
Il Collegio dei Revisori
I Probiviri
IL FINANZIAMENTO
Titolarità della regione sulla quota associativa
Definizione della quota associativa regionale e % da destinare obbligatoriamente al livello nazionale
Definizione delle % di introiti provenienti da attivit^ di formazione o altro, intraprese in regione, da destinare al funzionamento degli organi nazionali.
IPOTESI 2 – ASSOCIAZIONE NAZIONALE
Questa ipotesi richiede una modifica statutaria che, insieme alla riformulazione dell'articolato generale per ovviare alle lacune o definizioni non sufficientemente efficaci, vada a stabilire un nuovo ruolo del livello regionale con la definizione di compiti fissati, da esercitare in piena autonomia. Possono essere sviluppati sistemi di delega di funzioni o parte di esse anche in modo molto ampio pur rimanendo in un quadro di appartenenza unitaria.
IPOTESI dei FONDAMENTALI
LA RIDEFINIZIONE DEI COMPITI RISERVATI AL LIVELLO NAZIONALE
Rapporti con le istituzioni governative nazionali per la promozione della politica associativa
Stampa e pubblicazioni nazionali
Rapporti istituzionali per la formazione di base
Certificazione ECM delle iniziative formative professionali
Definizione degli standard professionali
Le regole di rapporto Regione-Centro
Caratteristiche degli iscritti
Rappresentanza (marchio e rapporti con le istituzioni nazionali e internazionali)
Definizione dei poteri delegati alle regioni
Gestione della parte di quota
Capacità integrativa della quota associativa
Formazione professionale permanente
Gestione autonoma delle politiche locali
Sussidiarietà tra le regioni
LA RIDEFINIZIONE DEGLI ORGANI ASSOCIATIVI NAZIONALI
Costituzione
Il Presidente
Il Direttivo Nazionale (5 membri)
Il Consiglio Nazionale (Presidenti Regionali, + un rappresentante oltre ogni 1000 iscritti + 1 rappresentante degli studenti)
Il Collegio dei Revisori
I Probiviri
Elezione del Presidente nazionale
In ambito congressuale, con mandato triennale, rieleggibile per una sola volta.
IL FINANZIAMENTO
Titolarità del nazionale di parte di quota associativa , fermo restando che il versamento debba essere fatta a livello regionale, anche in nome e per conto della parte del nazionale, trattenendo all'origine quanto di competenza regionale.
Definizione della ripartizione della quota associativa
Definizione delle % di introiti provenienti da attivit^ di formazione o altro, intraprese in regione, da destinare al funzionamento degli organi nazionali.
COMMENTO
IPOTESI 1
Ci sembra che l'ipotesi presenti insieme ad opportunitàdi forte autonomia decentrata alcuni problemi di tenuta ed efficacia dell'associazione. Nella nostra riflessione appare che rappresenti un cambiamento difficilmente sostenibile dalla grande maggioranza delle regioni sia per la mole decisionale sia per il lavoro pratico che ricadrebbe su organi regionali, a volte di limitata risorsa umana.
Altresì tale ipotesi ci sembra richiedere una disponibilitàeconomica elevata da parte delle regioni.
Riteniamo che si possa perdere la coesione necessaria per una identità del corpo professionale, indispensabile per sostenere una presenza politica nazionale nell'azione di rappresentanza e difesa degli interessi degli iscritti e a sostegno delle ultime conquiste legislative non ancora completamente acquisite e non scontatamente consolidate.
La titolarità della quota associativa da parte delle regioni puòmettere in difficoltà il livello nazionale che perderebbe la forza legale della propria spettanza.
IPOTESI 2
Anche in questa seconda ipotesi si ravvisano vantaggi e limiti che pensiamo debbano essere attentamente valutati. Nella nostra analisi ci sembra che le Regioni debbano avere, all'interno del Consiglio Direttivo Nazionale, maggior funzione di "governo", con interventi precisi ed efficaci sulla gestione dell'associazione.
Reputiamo importante che sia un organismo centrale che si occupi della Certificazione ECM di tutte le iniziative formative
dell'A.I.FI., che verranno comunque gestite a livello regionale, questo per una qualificazione dei Corsi su tutto il territorio
nazionale. Riteniamo inoltre importante che esista un organo di Stampa Nazionale e ufficiale dell'associazione, indispensabile anche per un più agevole interscambio tra le regioni e le varie realtà locali.