{“dynamic”:true,”content”:”post_date”,”settings”:{“before”:””,”after”:””,”date_format”:”default”,”custom_date_format”:””}}
{“dynamic”:true,”content”:”post_categories”,”settings”:{“before”:””,”after”:””,”link_to_term_page”:”on”,”separator”:””,”category_type”:”category”}}
{“dynamic”:true,”content”:”post_comment_count”,”settings”:{“before”:””,”after”:””,”link_to_comments_page”:”on”}}
{“dynamic”:true,”content”:”post_title”,”settings”:{“before”:””,”after”:””}}
Secondo appuntamento del nuovo progetto scientifico formativo del Gruppo di Terapia Manuale GTM
Il tema della giornata è stata la Diagnosi Differenziale in Fisioterapia, una competenza essenziale e necessaria a garantire la miglior risposta terapeutica alle esigenze del paziente, “la risposta giusta al paziente giusto, nel momento giusto”.
Per diagnosi differenziale si intende quel complesso processo di ragionamento clinico e decisionale che tende ad escludere fra manifestazioni che potrebbero sembrare simili, in un dato paziente, quelle che non comprendono condizioni cliniche non di pertinenza del fisioterapista
Per effettuare una corretta diagnosi differenziale, si confrontano i segni e sintomi del paziente attraverso una corretta anamnesi ed un appropriato esame obiettivo
La giornata è iniziata con la presentazione del Presidente del GTM, dott. Filippo Maselli su “L’importanza della diagnosi differenziale in fisioterapia”, dove partendo dai concetti basilari del ragionamento clinico utilizzato nella processo di screening in diagnosi differenziale, si è passati a fare degli esempi pratici basati sulla citazione di alcuni case report pubblicati, di cui né è coautore, sottolineando come un corretto ed esaustivo ragionamento clinico durante tutta la fase di raccolta anamnestica e valutazione funzionale debba tenere sempre in considerazione il processo di diagnosi differenziale, la revisione dei sistemi ed una corretta scelta terapeutica che tenga presente la possibilità di trattare il paziente, trattare e riferirlo al medico competente o direttamente riferirlo al medico quando la presenza di una grave redflag ci controindica la presa in carico del paziente. Competenze altamente specifiche la cui conoscenza è possibile solo in seguito ad un percorso di specializzazione da parte del fisioterapista.
Tutto questo processo è stato poi approfondito e reso utile clinicamente attraverso la presentazione dell’iter diagnostico-decisionale di due dei case report accennati dal dott. Maselli dove appunto tramite la necessaria ed opportuna capacità di ragionamento clinico, diagnosi differenziale, revisione dei sistemi e presa decisionale, il fisioterapista specializzato è stato in grado di fare diagnosi differenziale rispetto a due quadri clinici di diversa natura in cui entrambi in prima presentazione simulavano come sintomatologia un tipico quadro di uno dei disordini muscolo-scheletrici più diffusi: il Low Back Pain. Nello specifico, nel primo caso si è parlato di una patologia specifica a carico della matrice ossea della testa del femore che inizialmente mimava un quadro di LBP confondendone il quadro clinico e relativa diagnosi funzionale ed iter terapeutico: “Hip Bone Marrow Edema presentingasLow Back Pain: a Case Report” presentato dal dott. Fabio Cataldi, coautore del case report e responsabile dell’ufficio tesoreria del GTM. Solo grazie ad un’attenta revisione dei sistemi nella rivalutazione con test specifici positivi a carico dell’articolazione coxofemorale da parte del fisioterapista specializzato, è stato possibile indirizzare il paziente verso il miglior iter diagnotico-terapeutico da parte dello specialista competente.
Nel secondo caso si è parlato di una patologia specifica grave, come la Sclerosi Multipla, dove anche in questo caso, la sintomatologia presente inizialmente mimava un quadro di LBP con possibile interessamento sciatalgico come da diagnosi del Medico: “The strange nonspecific LBP in young patient: case report of Multiple sclerosis (MS)” presentato dal dott. Denis Pennella, coautore del case report e responsabile dell’URP del GTM. Grazie alle competenze specifiche del fisioterapista, in seconda valutazione è stato possibile approfondire l’esame neurologico specifico e riconoscere quei sintomi e segni specifici di patologia grave e non di competenza del fisioterapista che hanno poi portato il clinico a re-inviare il paziente dallo specialista di competenza per poi essere indirizzato anche in questo caso verso il miglior iter diagnostico-terapeutico.
Entrambi i due casi clinici, oltre al sottolineare quanto sia importante e necessario possedere le giuste competenze in ambito di diagnosi differenziale da parte del fisioterapista specialmente quando lavora in ambito di accesso diretto, ha enfatizzato l’importanza della corretta collaborazione tra la figura del fisioterapista e del medico specialista affinché sia garantita la più corretta, utile ed immediata diagnosi medica ed intrapreso il miglior iter terapeutico nei tempi più brevi possibili per evitare ritardi e perdite di tempo che potrebbero influire sulla salute del paziente.
La giornata è stata conclusa con una sessione pratica dimostrativa di alcuni test clinici specifici per patologia grave più utili in ambito di diagnosi differenziale, dove gli studenti hanno potuto apprendere anche l’importanza delle competenze ed abilità manuali che si acquisiscono solo con un percorso di specializzazione ed esperienza in pratica clinica