Il 28 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza: un’occasione importante per AIFI per sottolineare l’importanza che la Fisioterapia ricopre in questo ambito. Daria Vescio del GIS Fisioterapia e Riabilitazione del Pavimento Pelvico ci spiega i contributi che la disciplina mette a disposizione.
Cos’è l’incontinenza urinaria?
Si tratta di una disfunzione pelvica che colpisce molte donne, soprattutto in situazioni fisiologiche come il post-partum e la menopausa, ma non solo. Ne esistono di diversi tipi:
- Incontinenza da sforzo: quando si assiste a perdite durante uno starnuto, un colpo di tosse, una risata, una corsa o un saltello, senza avvertire il bisogno di urinare.
- Incontinenza da urgenza: si avverte lo stimolo ma non si riesce a trattenere l’urina prima di arrivare al bagno.
- Incontinenza mista: la combinazione delle precedenti.
In tutti i casi si tratta di una disfunzione invalidante, soprattutto a causa dell’importante impatto sociale e psicologico che ne consegue.
Cause e sintomi: quali le possibili soluzioni?
Spesso si cade nella tentazione di fermarsi al sintomo, risolvibile con un assorbente o un salva-slip di qualità, quando invece è necessario analizzare il problema dalla causa: l’incontinenza urinaria è una disfunzione complessa che necessita di interventi mirati e specifici. Il ricorso a un assorbente compensa gli esiti, ma è necessario identificarne le cause che non sempre si limitano all’incontinenza urinaria o alla disfunzione del pavimento pelvico. È indispensabile valutare se le pressioni addominali siano da normalizzare, controllare la funzione sincrona del diaframma toracico e di quello uro-genitale affinché siano sincroni (armonizzare i diaframmi) e valutare pelvi, compliance vescicale e l’effettivo reclutamento della muscolatura del pavimento pelvico.
Il tutto senza dimenticare che, escluse altre disfunzioni o patologie importanti come le malattie neurodegenerative (es. Parkinson, SM), l’incontinenza può essere caratterizzata sia da un pavimento pelvico underactive sia da un pavimento pelvico overactive. Dal punto di vista fisioterapico entrambe le situazioni portano ad un’ipovalidità del reclutamento muscolare. Nel dettaglio:
- Nel caso del pavimento pelvico “underactive” abbiamo un muscolo troppo rilassato senza contrazione efficace, per il quale contrastare lo stimolo minzionale risulta difficile.
- Nel caso del pavimento pelvico “overactive”, invece, abbiamo un muscolo che presenta un tono basale aumentato iperattivato che non si potrà né rilassare né contrarre completamente. Non potrà quindi esprimere la sua forza contrattile in tutto il suo range of motion (Movement), manifestando un reclutamento ipovalido. Immaginiamo una mano semichiusa che prova ad afferrare una pallina: se non si è capaci di aprire la mano per poi stringere, diventerà impossibile prendere un oggetto. Una mano chiusa o semichiusa, non eserciterà la stessa forza che si può generare partendo con la mano aperta.
In caso di incontinenza è indicata una valutazione fisioterapica da parte di un professionista specializzato in ambito pelvi-perineale che sappia valutare lo stato della muscolatura pelvica, che ne individui la causa e che pianifichi insieme alle pazienti un eventuale trattamento ad hoc. L’uso continuativo di assorbenti e salvaslip, anche se in cotone naturale, non permette una buona traspirazione delle mucose, predisponendo a rischi infiammatori e infettivi.
Il fisioterapista sarà in grado di consigliare e indirizzare le pazienti verso le soluzioni migliori, da individuare caso per caso.