Fisioterapia pediatrica e musicoterapia si incontrano: intervista a Letizia Scaringella

FISIOTERAPIA PEDIATRICA E MUSICOTERAPIA SI INCONTRANO

Il fisioterapista pediatrico è abituato a lavorare in equipe, a dare e chiedere sostegno non solo alle figure sanitarie che ruotano intorno al “piccolo”, ma anche e soprattutto al contesto scolastico, familiare e culturale dello stesso.

I fisioterapisti pediatrici prendono in mano i bambini e le loro famiglie e percorrono insieme parti di vita più o meno lunghe, incrociando coloro che con competenze diverse e ugualmente importanti, costruiscono i tasselli dell’esperienza e della conoscenza, con occhio sempre vigile e mani sempre pronte ad accogliere in grandi abbracci.

Uno degli elementi più potenti che incontriamo frequentemente nelle nostre giornate, in ogni ambiente di vita e trattamento, è la MUSICA, e con essa le ARTI ( danza-movimento terapia, scrittura creativo-terapica, fiabazione, scultura, pittura, disegno, modelling, collage, psicodramma, musicoterapia attiva/recettiva/analitica ) . Per approfondirne il valore abbiamo il piacere di conoscere Letizia Scaringella, musicoterapeuta e arteterapeuta clinica (in contesto sanitario, riabilitativo e scolastico) e insegnante di pianoforte e canto.

  • Letizia, a che età si può intervenire con la musicoterapia e le artiterapie cliniche?

Già a partire dal sesto mese di gravidanza, nella cura della relazione tra mamma e feto e nel potenziamento delle abilità recettive del feto stesso. Le artiterapie intervengono anche nel contesto familiare globale, che include anche la figura paterna. Con la madre si crea un percorso volto all’autoidentificazione nel ruolo di donna che diventa complementare al ruolo di madre. L’inclusione del padre nel percorso arteterapico è di fondamentale importanza per la preparazione psicoemotiva all’evento; anche lui dovrà creare una connessione con il doppio ruolo della madre: anche lui dovrà scoprire di essere uomo e padre. E tutto sarà circolare e concatenato in questa scoperta. Per il feto dal punto di vista psicoacustico si stimolano la percezione e la recezione sensoriali nella stretta connessione con la madre e con l’ambiente sonoro che si crea intorno a lui.

  • Come agiscono la musicoterapia e le artiterapie nella crescita del bambino?

Vengono utilizzate per la ricerca della propria identità e della propria consapevolezza emotiva. Con gli esercizi il bambino esplora il suo universo e cerca una collocazione. Ogni individuo ha un’alta percentuale di predisposizione alla creatività artistica. Le artiterapie passano anche dalla stimolazione di questa abilità percettiva innata.

In età scolare si lavora in ambito scolastico o extra sviluppando percorsi collettivi, nel gruppo classe e individuali, altrove.

Le artiterapie rendono il percorso di conoscenza e consapevolezza del bambino in maniera assolutamente immediata.

Si definiscono per esempio le emozioni, si associano le emozioni con il suono, si fa esperienza di suono e di emozione; insomma si EDUCA.

  • Come possono, Letizia, la musicoterapia e le artiterapie fare prevenzione nella crescita psicoemotiva del bambino?

Fornendo gli strumenti utili perché il bambino possa scegliere, nel rispetto della relazione con l’altro, con intelligenza emotiva. Quindi la prevenzione si crea nel momento in cui il terapeuta è in grado di fornirgli i mezzi per creare un’identità emotiva “intelligente”.

Problematiche legate al bullismo, alla violenza e al non rispetto possono essere evitate con l’invito ad empatizzare con esercizi mirati di disegno, scrittura creativa o dialoghi.

E quante problematiche legate all’adolescenza potrebbero essere evitate se ci fosse un’educazione alla frustrazione.

  • Nel percorso di formazione e quindi di studio di uno strumento o del canto, è possibile ritrovare obiettivi similari?

Dal punto di vista formativo l’insegnante avvia un processo similare a quello del terapeuta nell’educare il discente ad una serie di regole che vanno a disciplinare la materia artistico musicale. Attraverso questo il bambino si forma nel rispetto delle regole e nella consapevolezza di essere parte complementare di qualcos’altro e di qualcun altro. Es: il bambino viene guidato al concepirsi come parte di un’orchestra.

  • Come intervengono la musicoterapia e le artiterapie nella disabilità?

Nella gravidanza già complicata da una diagnosi di disabilità il musico-arteterapeuta lavora nel processo di accettazione e accoglimento.

Nelle problematiche cognitive si potenziano le abilità residue e musicoterapia e artiterapie divertano arte-espressive.

In alcune disabilità più motorie si individuano i limiti e si lavora per evitare frustrazioni.

Le artiterapie mostrano benefici legati al potenziamento delle abilità, all’autoconoscenza del sé e alla relazione sia col terapeuta (fare insieme, essere dalla stessa parte) che con il collettivo per favorire inclusione e senso di appartenenza sociale.

  • Come lavora il musico-arteterapeuta in ambiente ospedaliero?

Quando la patologia insorge durante la crescita come danno secondario o diagnosi successiva alla nascita, l’approccio musico-arteterapico volge più specificatamente all’elaborazione della condizione di malattia, sempre con il fine di permettere al piccolo paziente una consapevolezza emotiva in grado di produrre soluzioni alla realtà patologica. Il discorso sarà quindi incentrato sulla qualità emotiva della vita.

FORTI ROBERTA, RR GIS PEDIATRICO ABRUZZO

LETIZIA SCARINGELLA, MUSICO-ARTETERAPISTA GIULIANOVA (TE)

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