articolo tratta da quotidiano sanità (leggi l’articolo originale)
Per il presidente dell’Aifi Mauro Tavarnelli, “la politica ha dunque trovato il modo di superare lo scoglio che per molti mesi teneva bloccata la proposta di legge, aggiustando la stortura prodotta al Senato”.
“Il Ddl Lorenzin ha finalmente ripreso il suo iter legislativo”. Esprime soddisfazione il presidente dell’Associazione italiana fisioterapisti-AIFI, Mauro Tavarnelli, sottolineando come “questo sviluppo rimetta finalmente in gioco il provvedimento” e come ciò non possa che “essere accolto con favore da tutti quei professionisti che da troppo tempo attendono l’azione di riordino degli Ordini, vero cuore del testo di legge”.
Per Tavarnelli: “La politica ha dunque trovato il modo di superare lo scoglio che per molti mesi teneva bloccata la proposta di legge, aggiustando la stortura prodotta al Senato”.
“Siamo convinti che fosse necessario – sottolinea ancora – fissare in legge che l’istituzione di nuove professioni sanitarie potesse avvenire solamente in presenza di una valutazione tecnico-scientifica, e lo abbiamo chiesto a gran voce anche in occasione delle audizioni in XII Commissione. Le nostre giuste argomentazioni evidentemente hanno convinto i parlamentari”.
“In questo senso – aggiunge ancora – riteniamo che gli emendamenti presentati dal Presidente Marazziti e dagli onorevoli Carnevali e Rondini accolti all’unanimità, abbiano risolto un grave imbarazzo istituzionale, chiarendo – e di questo siamo particolarmente soddisfatti – che le nostre non erano affatto rivendicazioni corporative, come più volte insinuato in modo sbagliato”.
“L’articolato in discussione in Commissione Affari Sociali della Camera stabilisce che non possono essere istituite nuove professioni sanitarie, seppur già individuate – sottolinea Tavarnelli – senza il vaglio del Consiglio Superiore di Sanità. Pensiamo, così, di aver contribuito a migliorare il testo del provvedimento, nel rispetto dei diritti di tutti, soprattutto di quello dei cittadini ad avere cure sicure” e che “le nuove professioni non potranno in alcun modo sovrapporsi o parcellizzare competenze attribuite a professioni già riconosciute”.
“Su una cosa sono completamente d’accordo con la presidente del ROI – chiosa Tavarnelli – e cioè che la strada sia ancora lunga e impegnativa. AIFI continuerà a fare la sua parte, affinché in tutti i luoghi istituzionali sia sempre confermato il principio della scientificità e sicurezza delle cure”.