Ddl 1142. nuovo stop. Protestano le professioni sanitarie –
Bortone: "Pagheranno i pazienti, come al solito in Italia"
Roma, 14 settembre 2011 – "Ancora uno stop al disegno di legge che dovrebbe 'ordinare' le molte professioni sanitarie Italiane, mettendole al passo con le quelle europee. Ancora una volta la politica perde l'opportunità di agire". Questo il primo commento del presidente nazionale del Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie (Conaps), Antonio Bortone a margine del nuovo stop imposto al disegno di legge che dovrebbe mettere l'Italia sullo stesso piano dell'Europa in questo campo sanitario, colpito pesantemente da abusivismo professionale, con gravi conseguenze più sui pazienti che sugli stessi operatori. "Dopo l'approvazione in Commissione Salute del Senato,con voto bipartisan – prosegue Bortone – ci si aspettava la strada in discesa. Invece la votazione prevista oggi in aula ha subito un blocco su richiesta del relatore – la senatrice Laura Bianconi – per l'analisi di un solo emendamento. Al di la del merito dell'emendamento – assai secondario – appare chiaro l'intento di strumentalizzazione, se non un intervento specifico, da parte delle ben note lobby di altre categorie professionali. Anche la dichiarazione che l'approvazione sarebbe stata in controtendenza con il programma di promozione delle liberalizzazioni, pare attribuita nientemeno che al ministro Tremonti, è chiaramente fuorviante. E' ben chiaro a tutti che il pretesto delle liberalizzazioni – di cui non vi è comunque traccia nell'attività di questo governo, anzi – non può assolutamente giustificare questa decisione. Innanzitutto perché qui le liberalizzazioni non c'entrano nulla. Il DDL 1142 è un provvedimento di equità, che completa un percorso iniziato nel 2006 con l'approvazione della legge 43, tuttora non applicata in questo ambito. Inoltre è chiaramente specificato che l'istituzione degli ordini nelle professioni sanitarie nulla ha a che vedere con quello più generale di liberalizzazione delle professioni, è a costo zero per lo Stato e serve esclusivamente a tutelare pazienti che, dopo la diagnosi di un medico iscritto al proprio ordine, si trovano nelle mani di professionisti che potrebbero non essere professionisti veri. Con gravissimi rischi per la salute, costi sociali elevatissimi per se e per lo Stato stesso. Siamo veramente alla follia pura, segno di indegnità da parte di una classe politica che invece di risolvere i problemi li aggrava lasciando inattese le richieste di migliaia di professionisti che attendono da oltre 20 anni di essere riconosciuti come tali".