FIRENZE – Le evidenze scientifiche più recenti fanno sperare in orizzonti pionieristici nei percorsi di riabilitazione anche post-ictus, nel frattempo una migliore comprensione delle scienze del moto hanno già fatto compiere un salto di qualità nella realizzazione di protesi con un impatto sensibile sul miglioramento della qualità della vita dei pazienti. A propria volta, però, l’alta tecnologia è fonte tanto di opportunità che insidie per la formazione dei professionisti e al sistema universitario, specie se assume i contorni dell’intelligenza artificiale. È attorno ai contenuti scientifici più recenti e al loro possibile impatto contraddittorio che è ruotata una parte del dibattito al congresso della Associazione italiana di Fisioterapia che si è svolto a Firenze, al grand hotel Mediterraneo. La società esce dalle tre giornate di riunioni con un nuovo presidente, Andrea Turolla, e la soddisfazione di aver dato spazio a un confronto dall’alto valore professionale e con una apertura considerevole a saperi esperti, ma anche alle nuove competenze dei giovani.
PROTESI E RIABILITAZIONE, A CONGRESSO AIFI ECCO L’ULTIMA FRONTIERA
La comprensione crescente del sistema nervoso sta consentendo di migliorare il trattamento della complessità terapeutica e di realizzare protesi e arti artificiali più accurati, ma non solo. È stato questo il tema approfondito da Antonio Bicchi, docente dell’università di Pisa e ricercatore senior dell’Istituto italiano di tecnologia, durante un keynote speech al congresso scientifico dell’Associazione italiana di fisioterapia (Aifi), a Firenze. “Nella mia relazione ho parlato di arti artificiali, di mani e in parte di piedi artificiali, gli sviluppi raccontano che oggi la tecnologia ha preso una nuova strada, in parte grazie anche alla maggiore comprensione che deriva dalle scienze del moto come da quelle della fisioterapia”, ha spiegato l’accademico. “Questi nuovi risultati- ha aggiunto- stanno portando a dispositivi migliori sia per le protesi che per la riabilitazione”.
In sostanza, una conoscenza più profonda dei meccanismi di funzionamento del movimento sta portando a produrre arti in grado di svolgere compiti di complessità sempre maggiore. Più in generale l’intersezione fra la ricerca e la tecnologia promette una svolta significativa nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti, anche lato riabilitativo specialmente nella gestione della fase subacuta: “Ci speriamo fortemente- ha riconosciuto Bicchi- sicuramente questo succede per le protesi, ma speriamo che anche i risultati preliminari, ma molto incoraggianti, che abbiamo presentato rispetto alla terapia per l’ictus possano un giorno, possibilmente abbastanza vicino, migliorare anche la ripresa delle persone che ne hanno subito gli effetti”.
ROSSETTINI (AIFI): UN SUCCESSO IL CONGRESSO NAZIONALE A FIRENZE
“Questo congresso è stato un successo, abbiamo avuto modo in queste giornate congressuali di discutere del tema della complessità da più prospettive sia cliniche, ma anche di interesse per gli studenti, i ricercatori, i manager. Quindi dando una prospettiva ad ampio respiro”. È quanto affermato dal presidente del congresso nazionale Aifi, Giacomo Rossettini, tracciando un bilancio dell’evento che si è tenuto a Firenze. “L’unione sia della parte scientifica che clinica ha dato un valore aggiunto- ha sottolineato- contribuendo a dare un terreno comune di confronto fra i diversi professionisti della fisioterapia in Italia”. Il tema della complessità, è il concetto ribadito da Rossettini, “è stato trattato nelle diverse declinazioni, toccando tematiche relative all’etica e andando ad analizzarne la declinazione nelle componenti specifiche della nostra professione, i diversi ambiti della fisioterapia muscoloscheletrica, geriatrica, neurologica, oncologica e delle funzioni viscerali”.
Al tempo stesso, ha puntualizzato ancora il presidente del congresso, “è stata data una grande visibilità anche al futuro, quindi agli studenti dei master, dei percorsi di dottorato e ai futuri ricercatori anche contribuendo a una sessione finale in cui si sono discusse le novità relative e i modelli educativi per affrontare la sfida della complessità. Quindi nel complesso un ottimo risultato, siamo davvero felici di aver trattato un tema così sensibile”.
DONNE, AL CONGRESSO DI AIFI FOTO DI GRUPPO DIETRO NASTRO ROSSO
Una foto di gruppo dietro a un nastro rosso, colore simbolo della ricorrenza, per manifestare un segnale d’attenzione verso la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. È quanto organizzato, durante un momento delle giornate del loro congresso scientifico, dalle esperte e gli esperti dell’Associazione italiana di fisioterapia riuniti a Firenze. “Abbiamo avuto l’occasione di dare lustro anche a questa giornata che rappresenta un momento importante di sensibilizzazione non solo per la professione, ma anche per tutta la comunità e la cittadinanza su un tema molto emergente e saliente che è quello della violenza sulle donne”, ha spiegato il presidente della società scientifica Giacomo Rossettini.
“Quindi- ha aggiunto- abbiamo avuto l’occasione di fare anche questa foto che va a testimoniare l’importanza che il nostro congresso ha voluto dare anche a questo evento per sensibilizzare sul tema”.
DA INTELLIGENZA ARTIFICIALE SFIDA PER FORMAZIONE
L’impatto della digitalizzazione, intelligenza artificiale inclusa, nella formazione dei nuovi professionisti pone opportunità inedite per il futuro della fisioterapia ma presenta anche sfide altrettanto nuove. È attorno a questo dilemma che si è sviluppata la riflessione di Roberto Gatti, docente ordinario e presidente del corso di laurea in Fisioterapia all’Humanitas university, partecipando alla tavola rotonda dedicata ai contenuti educativi nell’epoca della digitalizzazione, durante il congresso nazionale dell’Associazione italiana di fisioterapia a Firenze. “Sfide è il termine giusto, ci troviamo a un bivio in una situazione nella quale la digitalizzazione, l’avvento specialmente dell’intelligenza artificiale, può dare agli studenti una serie di strumenti che se da un lato sono potentissimi, dall’altro lato possono far risparmiare agli studenti determinate capacità cognitive che noi riteniamo invece importanti per la formazione”, è stato il monito lanciato da Gatti.
Un esempio richiamato durante il confronto, “è la capacità di osservare i fenomeni clinici e di fare nessi fra di questi- ha aggiunto il docente- nel momento in cui sono gli algoritmi di una macchina che possono darci delle risposte perdiamo anche la capacità di farci delle domande. Questo sicuramente è un grosso tema su cui soprattutto l’università si deve interrogare, perché il problema è come fare per mantenere queste capacità dei nostri studenti”. D’altra parte, uno sforzo è necessario: “Per non consegnare la formazione alle università telematiche- è stato l’approdo del ragionamento illustrato da Gatti- dobbiamo probabilmente modificare la nostra modalità di fare didattica, promuovendo sistemi più di active learning, di questo abbiamo parlato all’interno della tavola rotonda”.
TUROLLA: IN AIFI ALTA QUALITÀ, PROSSIMO CONGRESSO IN LOMBARDIA
“Il congresso ci consegna una società che è assolutamente viva e ricca di partecipazione, giovani e soprattutto di prodotti scientifici di grandissima qualità. In questo senso il nuovo direttivo è impegnato per programmare fin da subito i prossimi eventi, incluso il congresso nazionale che si svolgerà in Lombardia, a breve verrà reso noto in quale città”. Lo ha detto il nuovo presidente dell’Associazione italiana di fisioterapia, Andrea Turolla, riflettendo sulle giornate congressuali della società scientifica che si è svolto a Firenze.
“Già da domani- ha aggiunto- inizieremo a lavorare col comitato scientifico e col comitato organizzatore per offrire una nuova opportunità di relazione fra tutti i nostri soci per un successo ancora più grande in termini di partecipazione e di continui contributi che segnano la crescita culturale della fisioterapia”.