APPROVATO ALL'UNANIMITA' ALLA CAMERA L'EMENDAMENTO DELL'A.I.FI. AL D.L. 2319 SULLA ISTITUZIONE DELLA COMMISSIONE NAZIONALE PER L'ECM (EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA) DA CUI ERANO ESCLUSI I FISIOTERAPISTI

Ieri pomeriggio, alla Camera, nel corso della discussione sul D.L. 2319, relativo alla proroga del "Tempo definito" per i Medici ed alla "Formazione Sanitaria" è stato approvato, all'unanimità, un importante emendamento, elaborato e presentato dall'A.I.FI. attraverso gli Onorevoli Battaglia dell'Opposizione e Lucchese della Maggioranza.
Come abbiamo riportato qualche tempo fa su questo stesso sito, l'emendamento era teso a tutelate le prerogative e gli interessi dei Fisioterapisti, ingiustamente esclusi, assieme ad altre categorie sanitarie, fatta eccezione per Medici ed Infermieri professionali, dall'autorevole Commissione Nazionale per l'E.C.M. (Educazione Continua in Medicina).
E' stata una battaglia vinta assai significativa, sia in via di diritto che di fatto, per almeno due ragioni.
Perché è stato sconfitto l'andazzo di sempre che vede Medici ed Infermieri, in virtù dell'ingiustificato privilegio di cui godono presso le forze politiche, tentare di farla da padroni rispetto alle altre professioni sanitarie, con l'attribuzione di funzioni esclusive e di speciali potestà.
Perché l'unanimità dei consensi raccolti significa pure che l'intero Parlamento ha finalmente riconosciuto che, a prescindere dalla numerosità dei rappresentanti delle diverse categorie, a parità di titoli, non possono che corrispondere parità di diritti.
Nella fattispecie, poi, partecipare o non partecipare alla suddetta Commissione non è certo cosa di poca importanza, perché questo consente pure di gestire le cospicue somme che, attraverso la procedura dei Crediti Formativi, affluiranno ad uno speciale Fondo ministeriale, sulla cui finalizzazione ancora niente è stato deciso. Ed essere nella cosiddetta "stanza dei bottoni" nei momenti topici non è certo cosa di secondaria importanza.
Per cui, per l'una cosa e per l'altra; per aver vinto una battaglia di pari dignità categoriale e per avere avuto accesso ad uno strumento che molto potrebbe significare per lo sviluppo delle professioni, dobbiamo ampiamente compiacerci.

Primo Giusti

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