Al termine del convegno, il manifesto "NO all'equipollenza"

L'articolo 1-septies della legge 27/2006, oggetto della protesta che ha portato oggi 10.000 fisioterapisti a manifestare per le strade di Roma, recita: "Il diploma di laurea in Scienze Motorie è equipollente al diploma di laurea in Fisioterapia, se il diplomato abbia conseguito attestato di frequenza ad idoneo corso su paziente, da istituire con decreto ministeriale, presso le Università". Una professione non sanitaria come quella dei laureati in scienze motorie è diventata sanitaria "per legge" grazie all'attestato di frequenza di un corso su paziente. Eppure, i percorsi formativi delle due professioni sono del tutto diversi. Lo dimostrano i fatti.
"Se un laureato in scienze motorie volesse oggi iscriversi a un corso di laurea in fisioterapia, oltre a dover superare una selezione di accesso, si vedrebbe riconosciuti in media 20 crediti formativi su 180, quindi circa il 10 per cento degli studi già effettuati" spiega Manigrasso. "Questo significa che la sua preparazione nulla ha a che vedere con quella del fisioterapista. Per fare un paragone in ambito sanitario, basti dire che il corso di laurea in farmacia è sovrapponibile per il 60 per cento a quello in medicina. Ma nessun farmacista si sognerebbe mai di diventare un medico dopo aver frequentato un 'idoneo corso su paziente'".
Al termine del convegno al Capranica, i rappresentanti dell'Aifi e delle organizzazioni delle professioni sanitarie, dei cittadini, delle persone con disabilità e delle associazioni sindacali hanno sottoscritto il manifesto per dire "NO all'equipollenza", che chiede formalmente a entrambi gli schieramenti politici e al prossimo governo un impegno affinché la norma, l'articolo 1-septies, venga abrogata.

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