L'Aifi chiede al Ministero della salute di riesaminare il decreto di rappresentatività della Fif

La documentazione presentata al Ministero della Salute dalla Federazione italiana fisioterapisti per dimostrare la sua rappresentatività appare incompleta, generica e inidonea. Per queste ragioni l'Aifi ha chiesto di riesaminare il caso, fare accertamenti sui dati dichiarati e prendere eventuali provvedimenti in particolare dopo la decisione dell'Università di Chieti di respingere la domanda di molti candidati che avevano presentato domanda di riconoscimento creditizio per l'ottenimento della laurea di primo livello e che in seguito si sono rivelati in possesso di titoli non idonei.
Dopo il decreto ministeriale del 14 aprile 2005, con il quale l'Aifi era stata individuata dal Ministero quale unica associazione di fisioterapisti rappresentativa a livello nazionale grazie al possesso dei requisiti su tutto il territorio nazionale e alla presenza di sue articolazioni organizzative in ben 19 regioni, il decreto ministeriale di rappresentatività del giugno di quest'anno ha riconosciuto anche la Fif come associazione rappresentativa.
In seguito a tale decisione l'Aifi ha presentato, come suo diritto, una richiesta di accesso agli atti. Dall'esame della documentazione e dello statuto Fif non è apparso chiaro quali fossero i requisiti per ottenere l'iscrizione nonostante che la normativa indichi con precisione i titoli che abilitano alla professione di fisioterapista.
L'esigenza di fare chiarezza su questo punto è oggi divenuta ancor più pressante a seguito della vicenda dell'università di Chieti-Pescara, che ha respinto l'iscrizione di molti candidati tra i quali figuravano persone iscritte alla Fif e dalle quali la stessa Fif aveva ricevuto l'incarico di espletare la pratica per l'iscrizione.
E' in base a tali presupposti che l'Aifi ha chiesto al Ministero della Salute di riesaminare il possesso di tutti i requisiti per il riconoscimento di rappresentatività professionale della Fif, di adottare i conseguenti provvedimenti e, se del caso, anche le adeguate misure cautelari.

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