Anche dai politici la necessità di abrogare una norma assurda

Ai manifestanti dell'Aifi in corteo per le strade di Roma e poi riuniti a convegno al teatro Capranica sono arrivati messaggi di solidarietà e di condivisione dei motivi che hanno portato 10.000 persone a scendere in piazza. "L'emendamento approvato lo scorso febbraio, in modo del tutto fortuito, e senza che le commissioni Sanità e Pubblica istruzione avessero potuto esaminarlo" scrivono in un messaggio i senatori Rossana Boldi e Antonio Tomassini, "non ha, nelle nostre intenzioni alcun futuro. Ci sarà, nella prossima legislatura, il tempo e il modo di porre rimedio ad un effettivo vulnus per i fisioterapisti e per la salute dei cittadini".
"La norma inserita nella riforma dell'università va assolutamente cancellata" scrive l'onorevole Rosy Bindi in una lettera. "La previsione secondo cui i laureati in scienze motorie, di fatto, vengono equiparati ai fisioterapisti, con l'equipollenza del titolo, pone una questione estremamente delicata. Noi in Parlamento abbiamo infatti manifestato la nostra più ferma e assoluta contrarietà a questa equiparazione e abbiamo anche votato una serie di ordini del giorno che impegnano il governo a tutelare la professionalità dei fisioterapisti".
"Desidero comunicarle la mia personale condivisione alla motivata protesta verso un provvedimento che è stato approvato in modo 'furbesco' e che penalizza la vostra professionalità" dichiara in una missiva il deputato Gianni Mancuso. "Sappia che in caso di mia rielezione potrà contare sulla mia collaborazione per rivisitare la normativa che riguarda la categoria dei fisioterapisti". La volontà di abrogare una norma "assurdamente e furbescamente inserita" è stata espressa anche dall'onorevole Tiziana Valpiana anche a norme di tutto il gruppo parlamentare di Rifondazione comunista.

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