L’8 settembre la Giornata mondiale, numerose le iniziative di Aifi in tutta Italia
Riconoscere la ‘mani giuste’, per affidarsi a professionisti qualificati e non rischiare di incorrere in danni, anche gravi. Perché i fisioterapisti abusivi in Italia sono oltre 100 mila, il doppio di quelli veri. Per questo, in vista della Giornata mondiale della fisioterapia che si celebra l’8 settembre, l’Aifi – Associazione italiana fisioterapisti ricorda quanto sia importante rivolgersi a professionisti legalmente riconosciuti e competenti, evitando persone non formate e non competenti.
“E’ difficile tracciare un numero preciso dei fisioterapisti abusivi – spiega all’AdnKronos Salute il presidente Aifi, Mauro Tavarnelli – si stima che possano essere circa il doppio rispetto ai veri professionisti che, dai dati in nostro possesso, sono circa 60-65 mila. L’unico mezzo che un cittadino ha per verificare la professionalità di un fisioterapista è valutarne il titolo di studio, e l’Aifi – ricorda – è l’unico ente certificatore privato”.
“In mancanza di un Ordine professionale è difficoltoso monitorare il fenomeno – osserva Tavarnelli – Ad esempio, non riusciamo a tracciare chi non esercita più o è in pensione o, nel peggiore nei casi, è deceduto. Abbiamo comunque la certezza che il numero di abusivi sia enorme – sottolinea – Basta notare la quantità abnorme di pubblicità ingannevole, le locandine sui pali della luce che promettono di curare tutti i mali, millantando fantomatici corsi. E ce ne accorgiamo anche dalla chiamate che riceviamo, per avere informazioni sulla validità dei titoli”. “Da anni raccomandiamo ai cittadini di fare attenzione, ricordando a tutti che i nostri associati sono veri professionisti, e che siamo a disposizione per valutare i titoli di sedicenti tali. Ma questa verifica non è sempre facile. I titoli che abilitano alla professione – ricorda il presidente Aifi – sono la laurea di primo livello di area sanitaria in Fisioterapia, oppure il diploma universitario abilitante o titolo equipollente o equivalente – ai sensi dell’articolo 4, legge 26 febbraio 1999, n.42 – e titoli stranieri che abbiano ottenuto il riconoscimento da parte del nostro ministero della Salute”.
“Se un cittadino non è in grado di effettuare questo controllo – prosegue Tavarnelli – può rivolgersi alla nostra associazione, verificando anche sul nostro sito. Accade spesso anche con amministrazioni pubbliche o enti assicurativi che ci contattano per verificare se un titolo è valido. Spesso questa operazione è complicata, soprattutto quando si tratta di titoli vecchi o stranieri, per questo – ribadisce – chiediamo a gran voce un Ordine professionale”.
L’8 settembre la Giornata mondiale, numerose le iniziative di Aifi in tutta Italia
Riconoscere la ‘mani giuste’, per affidarsi a professionisti qualificati e non rischiare di incorrere in danni, anche gravi. Perché i fisioterapisti abusivi in Italia sono oltre 100 mila, il doppio di quelli veri. Per questo, in vista della Giornata mondiale della fisioterapia che si celebra l’8 settembre, l’Aifi – Associazione italiana fisioterapisti ricorda quanto sia importante rivolgersi a professionisti legalmente riconosciuti e competenti, evitando persone non formate e non competenti.
“E’ difficile tracciare un numero preciso dei fisioterapisti abusivi – spiega all’AdnKronos Salute il presidente Aifi, Mauro Tavarnelli – si stima che possano essere circa il doppio rispetto ai veri professionisti che, dai dati in nostro possesso, sono circa 60-65 mila. L’unico mezzo che un cittadino ha per verificare la professionalità di un fisioterapista è valutarne il titolo di studio, e l’Aifi – ricorda – è l’unico ente certificatore privato”.
“In mancanza di un Ordine professionale è difficoltoso monitorare il fenomeno – osserva Tavarnelli – Ad esempio, non riusciamo a tracciare chi non esercita più o è in pensione o, nel peggiore nei casi, è deceduto. Abbiamo comunque la certezza che il numero di abusivi sia enorme – sottolinea – Basta notare la quantità abnorme di pubblicità ingannevole, le locandine sui pali della luce che promettono di curare tutti i mali, millantando fantomatici corsi. E ce ne accorgiamo anche dalla chiamate che riceviamo, per avere informazioni sulla validità dei titoli”. “Da anni raccomandiamo ai cittadini di fare attenzione, ricordando a tutti che i nostri associati sono veri professionisti, e che siamo a disposizione per valutare i titoli di sedicenti tali. Ma questa verifica non è sempre facile. I titoli che abilitano alla professione – ricorda il presidente Aifi – sono la laurea di primo livello di area sanitaria in Fisioterapia, oppure il diploma universitario abilitante o titolo equipollente o equivalente – ai sensi dell’articolo 4, legge 26 febbraio 1999, n.42 – e titoli stranieri che abbiano ottenuto il riconoscimento da parte del nostro ministero della Salute”.
“Se un cittadino non è in grado di effettuare questo controllo – prosegue Tavarnelli – può rivolgersi alla nostra associazione, verificando anche sul nostro sito. Accade spesso anche con amministrazioni pubbliche o enti assicurativi che ci contattano per verificare se un titolo è valido. Spesso questa operazione è complicata, soprattutto quando si tratta di titoli vecchi o stranieri, per questo – ribadisce – chiediamo a gran voce un Ordine professionale”.
Fonte: la Sicilia.it